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Il protrarsi della guerra in Ucraina, l’effetto dei lockdown in Cina, le elezioni francesi, le decisioni della Fed sulla stretta monetaria. Ma a tener banco sui mercati, nel mese di aprile, è stata anche la vicenda Twitter, con l’acquisizione da parte del patron di Tesla Elon Musk.
Mentre l’Unione europea si appresta a varare un nuovo pacchetto (il sesto) di sanzioni verso Mosca, la guerra sembra allungarsi e le prospettive di una risoluzione pacifica a breve si allontanano. Il Cremlino minaccia i “Paesi ostili” di bloccare le forniture di gas. Intanto l’inflazione e i rincari dei prezzi dell’energia erodono il potere di acquisto delle famiglie, in particolare di quelle più povere, con il taglio delle prospettive di crescita mondiali.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le previsioni sull’economia mondiale peggiorano a causa soprattutto dell’aggressione russa in Ucraina e delle conseguenze delle sanzioni. Nell’aggiornamento del World Economic Outlook, il FMI prevede ora una crescita globale del 3,6% nel 2022 e nel 2023. Al ribasso rispetto a gennaio, quando erano state previste una crescita rispettivamente del 4,4% e del 3,8%. “In questo contesto, oltre l’immediato e tragico impatto umanitario, la guerra rallenterà la crescita economica e farà aumentare l’inflazione. I rischi economici complessivi sono aumentati enormemente”, fanno sapere dal FMI.
Il PIL russo, dopo il +4,7% del 2021, si contrarrà quest’anno dell’8,5% e il prossimo del 2,3%. Nel 2022 la crescita dell’Eurozona dovrebbe attestarsi al 2,8%: un taglio di 1,1 punti rispetto alla previsione di gennaio. Nell’area euro le revisioni al ribasso più forti sono per l’Italia, -1,5 punti con una crescita al 2,3%, e per la Germania, che crescerà solo del 2,1%. La ragione, come spiegano dal FMI, è che sono Paesi con grandi settori manifatturieri e con la più forte dipendenza dalle importazioni di energia dalla Russia.
Dopo il duro lockdown contro i contagi COVID-19 di Shanghai, il timore dell’estensione in Cina dell’interruzione delle attività in altre città, Pechino in primis, ha spaventato i mercati.
Il blocco del porto di Shanghai ha paralizzato lo scambio merci a livello globale. Il primo scalo internazionale al mondo, bloccato a causa della strategia cinese dello “zero COVID-19”, ha causato una strozzatura nelle forniture globali, facendo tornare a crescere i prezzi dei noli marittimi. Dai farmaci alle auto, fino ai prodotti tecnologici, le filiere globali sono in pericolo con le consegne che tardano e i prezzi che salgono. E il timore che la locomotiva cinese possa fermarsi, come era accaduto nel 2020, ha avuto l’effetto di far crollare i prezzi delle commodity, a partire dal petrolio.
Un rialzo dei tassi americani di 50 punti base è sul tavolo nel meeting di maggio della Federal Reserve, ha fatto sapere il Presidente della Banca Centrale americana Jerome Powell durante un dibattito nelle riunioni del Fondo monetario internazionale a Washington.
Nell’ultimo incontro della Fed, i tassi sono stati alzati di 25 punti base per la prima volta dalla fine del 2018. Molti analisti credono ora che la Fed alzerà i tassi di 50 punti base nelle prossime riunioni, ma non si esclude un rialzo di 75 punti a maggio.
“Stavolta penso sia appropriato muoversi più velocemente”, ha detto Powell. “È essenziale ripristinare la stabilità dei prezzi: negli Stati Uniti abbiamo una crescita molto forte e un’inflazione elevata”. Le parole del banchiere centrale americano, unite alle incertezze sulla ripresa economica fiaccata dalla guerra in Ucraina e dal lockdown in Cina, hanno mandato in sofferenza le Borse, dall’Europa a Wall Street.
La vittoria di Emmanuel Macron al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi ha rassicurato i mercati sulla stabilità dell’Unione europea. Prima del voto, l’ascesa nei sondaggi di Marine Le Pen aveva portato a una riduzione dell’esposizione sui titoli di Stato francesi, preoccupando i mercati che vedevano la sua elezione come un freno all’integrazione europea.
Tuttavia, la rielezione di Macron non ha portato del tutto i mercati a brindare nel breve termine. Anche perché restano sullo sfondo le elezioni legislative di giugno, dalle quali dipenderà molto la performance del governo francese e la capacità di approvare politiche decisive attese dai mercati. La crescente frammentazione del panorama dei partiti francesi fa infatti dubitare che Macron riuscirà ad avere una maggioranza assoluta.
L’effetto più importante però si attende sul fronte europeo, con la presidenza di turno francese. Lo stesso Macron è infatti promotore del cosiddetto “Recovery di guerra”, per cui ci si attende che spingerà per una seconda fase di mutualizzazione del debito europeo dopo l’approvazione del Next Generation EU.
Elon Musk, patron di Tesla, ha ufficializzato l’acquisto di Twitter per un valore di 54,20 dollari ad azione, per un’operazione totale da 44 miliardi di dollari. Dopo il via libera del consiglio d’amministrazione, anche il fondatore di Twitter Jack Dorsey ha detto sì all’imprenditore, definendo il suo piano “quello giusto”.
Le azioni del social network sono immediatamente schizzate in alto. Ma l’idea di impegnare parte dei titoli Tesla per raccogliere 21 miliardi cash da aggiungere ai 23 già raccolti attraverso le banche, ha fatto crollare ulteriormente le azioni del colosso dell’auto elettrica. In parallelo, la chiusura dell’acquisizione ha rinvigorito anche le criptovalute e i titoli tecnologici.
Ma la prova della diffusione degli utili del primo trimestre delle Big Tech ha avuto luci e ombre. Con i conti di Alphabet che hanno deluso gli investitori, mentre Microsoft e Meta hanno battuto le attese. Il tutto dopo la delusione arrivata dal primo trimestre 2022 di Netflix: il leader dello streaming ha riportato il primo calo di abbonati e previsto una flessione di 2 milioni di utenti nel secondo trimestre.
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