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Politica

Le iniziative di Biden alla Casa Bianca a sei mesi dall'insediamento

Giugno 2021

Il Presidente degli Stati Uniti ha puntato forte sul piano vaccinale e ha annunciato una radicale riforma del fisco. Inoltre, ha riallacciato i rapporti con la UE per rafforzare l’asse atlantista contro Cina e Russia.

Il 20 gennaio 2021, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, aveva promesso diversi interventi per migliorare il Paese e il suo posizionamento a livello geopolitico dopo l’Amministrazione Trump. E ora Joe Biden sta lavorando con i propri collaboratori per mantenere quelle promesse. Vediamo come sono andati i primi sei mesi da Presidente degli Stati Uniti.

La campagna vaccinale contro il COVID-19

Rispetto al suo predecessore, che non ha mai nascosto i propri dubbi sulle vaccinazioni e più in generale sulle limitazioni imposte ai cittadini americani dal comitato scientifico e dall’immunologo Anthony Fauci, Biden ha da subito cambiato marcia nella lotta contro il COVID-19. Infatti, sono bastati sei mesi per vaccinare con almeno una dose quasi tutti gli oltre 323 milioni di americani, facendo degli USA uno dei primi Paesi al mondo a raggiungere questo importante obiettivo. E pochi giorni fa Biden ha annunciato che "gli Stati Uniti saranno l'arsenale dei vaccini per combattere il COVID-19 in tutto il mondo", facendo intendere che presto doneranno grandi quantità di vaccini ai Paesi più bisognosi.

La riforma fiscale

Altro tema importantissimo del piano Biden è la riforma del fisco statunitense annunciata ad aprile. Se andrà in porto (diversi analisti politici si aspettano che il Congresso cercherà di bloccare questa iniziativa), aumenterà la pressione fiscale per le classi più agiate: tra le varie misure è previsto un aumento delle aliquote sui redditi delle persone fisiche (sopra i 400mila dollari) e delle imprese e società, che salirebbe dal 21% al 28%. Inoltre, Biden propone una revisione delle tasse sulle successioni e sulle donazioni, nuovi crediti di imposta e molto altro. Questo pacchetto, stimano gli esperti, dovrebbe portare a un aumento del gettito di circa 3,3 trilioni di dollari tra il 2021 e il 2030, che verrebbero utilizzati per finanziare il Recovery Act e il Piano di sviluppo delle infrastrutture a livello nazionale, fondamentale per rilanciare il mercato del lavoro e rendere il Paese più competitivo.

L'asse con la UE per limitare la Cina

Attraverso l’incontro bilaterale USA-UE di giugno, Biden ha confermato la strategia per rilanciare l’alleanza tra Stati Unti ed Europa, anche qui in forte discontinuità rispetto a quanto fatto da Trump. Una scelta per limitare l’aggressività della Cina e della Russia e per riportare l’America al centro del blocco atlantista, che qualcuno ha già ribattezzato come una “Nuova Guerra Fredda”. Proprio nel G7 tenutosi poche settimane fa, sono emersi toni duri dei leader nei confronti di Pechino, anche se non sono ancora state affrontate le questioni più delicate, come l’espansione militare e il mancato rispetto dei diritti umani del Dragone.

L'avvertimento a Putin

Poco prima di partire per il Vecchio Continente, Biden aveva spiegato che il suo viaggio sarebbe servito “a rilanciare le democrazie”, perché “gli Stati Uniti devono guidare il mondo da una posizione di forza, sia che si tratti di mettere fine alla pandemia di COVID-19, che di affrontare l'accelerazione della crisi climatica o di contrastare le attività pericolose di governi come Cina e Russia". Dichiarazioni decise, vedremo nei prossimi mesi quali azioni seguiranno.