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Tra Stati in bilico e voto postale, si è dovuto attendere a lungo prima di conoscere il prossimo presidente USA: è il candidato democratico Joe Biden. Si rompe quindi la continuità con il presidente uscente Donald Trump. Anche se è presto per prevedere ogni mossa, ci sono alcune indicazioni sulla linea che la Casa Bianca potrebbe intraprendere da gennaio.
Biden dovrà confrontarsi con una maggioranza al Senato repubblicana. Una prospettiva che ha convinto i mercati. Combina infatti il profilo di un futuro presidente più moderato e prevedibile con un freno alle politiche democratiche ritenute più “radicali”, soprattutto in materia fiscale. La politica economica potrebbe quindi non discostarsi troppo da quella attuale. Gli aiuti, specie se la pandemia dovesse continuare a lungo, saranno consistenti. Ma la minoranza in Senato costringerà molto probabilmente i democratici a desistere dagli obiettivi più ambiziosi (un pacchetto di stimoli da 2 mila miliardi di dollari) per arrivare a una mediazione da 500 miliardi.
Cifre e tempi saranno legate al COVID-19. Contagi e impatto sull'economia statunitense avranno un ruolo decisivo per tarare l'intervento della Casa Bianca. È, in ogni caso, molto probabile che in tema sanitario la linea di Biden sia più ordinaria rispetto a quella di Trump (che aveva di fatto promesso la rimozione dell'immunologo Anthony Fauci), con un maggiore coordinamento a livello federale e – in caso di ulteriore peggioramento - la possibilità di ricorrere a misure più restrittive, sul modello di alcune Paesi europei.
Legata alla pandemia è anche la politica monetaria della Fed. Non ci sono dubbi sul fatto che la sua azione espansiva prosegua, soprattutto se l'impatto del COVID-19 sarà forte e se il pacchetto di stimoli fiscali ridotto. Anche in questo caso, il cambiamento maggiore fra Trump e Biden potrebbe essere di tono istituzionale. Il presidente uscente ha infatti spesso attaccato il presidente della Fed Jerome Powell, accusato di aver adottato (in ritardo) una linea troppo morbida e invitato a prendere esempio dalla BCE.
La presidenza Trump è stata caratterizzata dai rapporti tesi con la Cina. Negli ultimi quattro anni la Casa Bianca ha avuto una linea ostile nei confronti di Pechino, ma la posta in gioco (cioè una leadership tecnologica e geo-politica) è talmente alta che sarebbe troppo semplice pensare a un Biden conciliante. Probabile però che l'atteggiamento cambi, soprattutto nella politica degli annunci – spesso a sorpresa – di Trump. Una variazione gradita agli scambi internazionali, che hanno bisogno di stabilità e prevedibilità.
Dall'altro lato, potrebbero irrigidirsi i rapporti con leader legati da alcune “affinità elettive” con Trump, come la Russia di Putin e la Turchia di Erdogan. Praticamente certo è invece un ritorno a un approccio multilaterale, che dovrebbe ripianare gli attriti con le organizzazioni internazionali, a partire da WTO e WHO. La linea green di Biden lo porterà inoltre ad adottare le linee guida degli Accordi di Parigi sul clima.
Fonte infografica: Pictet AM Italia
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