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Politica

Elezioni USA: il COVID-19 al centro della campagna elettorale

Giugno 2020

Il presidente Trump, in difficoltà nei sondaggi, continua con la sua narrazione anti-sistema. Ma davanti a 50 milioni di disoccupati e oltre 120mila morti, gli americani non ci credono più.

Trump e la sua narrazione durante la pandemia

A metà febbraio, in epoca pre-Covid, con la disoccupazione al 3,5% e l’indice di Dow Jones al massimo storico, il consenso per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era al punto più alto dall’insediamento.

 

Poi è arrivato il virus, che ha ribaltato la situazione economica statunitense. Oltre 120mila persone sono decedute e quasi 50 milioni di americani hanno perso il lavoro, mentre Trump ha continuato a offrire ai media una narrazione positiva dell’economia americana, mettendo in discussione più di una volta le evidenze scientifiche e continuando a prendersela con la Cina. Fino a chiedere la «liberazione» dal lockdown degli Stati guidati dai democratici, gettando benzina sul fuoco delle proteste in piazza dei sostenitori di estrema destra che chiedevano la riapertura degli Stati.

Il Coronavirus e le elezioni presidenziali USA

Il COVID-19 è entrato così inevitabilmente sulla scena della campagna elettorale in vista delle elezioni di novembre 2020, cambiando piani e strategie. L’economia record dei primi tre anni della presidenza è finita in una crisi, che è la peggiore dalla Grande Depressione.

 

I temi di scontro tra repubblicani e democratici non sono più quelli del 2016. La crisi ha spiazzato tutti, mettendo in luce le carenze del sistema sanitario americano e quelle del mercato del lavoro.

 

Fare una campagna elettorale mentre si è alla guida di un Paese in crisi economica è ben diverso dal farlo alla guida di un Paese forte. Trump, in difficoltà nei sondaggi, sposa le teorie più estreme, se la prende con la Cina, e attacca senza mezzi termini lo sfidante democratico Joe Biden, denominandolo “Sleepy Joe”. Ma la sua narrativa anti-sistema non convince più. Davanti agli oltre 120mila morti e ai quasi 50 milioni di disoccupati che raccontano un’altra storia, molti americani non ci credono più.

Non solo Coronavirus: i nuovi temi al centro delle elezioni USA

Alla crisi da COVID-19, si sono aggiunte le proteste e le tensioni dopo l’uccisione dell’afroamericano George Floyd. E il nuovo libro di John Bolton, l’ex-consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, che ha messo a nudo le prevaricazioni e gli abusi del presidente. Senza dimenticare le posizioni prese dai colossi social come Twitter, che ha più volte oscurato i contenuti postati da Trump come “manipulated media”.

 

Gli ultimi sondaggi di Fox News vedono Trump scendere 12 punti percentuali sotto il rivale Joe Biden. E la manifestazione nella roccaforte repubblicana di Tulsa, in Oklahoma – il più grande evento al chiuso organizzato negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia – avrebbe dovuto ridare forza alla sua campagna elettorale, dopo mesi di difficoltà, ma il palazzetto da 19mila posti scelto per l’evento è rimasto vuoto per più della metà.

Ai «guerrieri», come li ha chiamati Trump, arrivati nel palazzetto nonostante settimane di «allarmismo» sui rischi della COVID-19, il presidente ha presentato tutti i temi caldi della sua corsa per la conferma alla Casa Bianca. Dagli attacchi a Joe Biden, alle sferzate contro la Cina, fino alla difesa delle sue scelte di politica economica. Davanti ai dati sulla contrazione del Prodotto interno lordo e sull’aumento delle richieste di sussidi per la disoccupazione, Trump ha risposto ricordando di aver costruito «la più grande economia al mondo, probabilmente la più grande nella storia del mondo».