I am Article Layout

Scegli il tuo profilo:

Questioni ESG (ambientali, sociali e di governance)

Maggio 2022
Materiale di marketing

Il ciclo "ESG in pratica": Eric Borremans a proposito degli investimenti sostenibili

Le aziende dovranno tenere sempre più in considerazione i dipendenti, i clienti, l'ambiente e la società; e noi dobbiamo disporre degli strumenti giusti per analizzare tutto ciò, afferma il nostro Head of ESG, Eric Borremans.

Com'è stata la performance dei titoli sostenibili durante la correzione del mercato azionario di inizio anno?

Piuttosto variegata. In Pictet, i fondi ESG coprono una gamma piuttosto ampia di classi di attività (azioni, obbligazioni, mercato monetario) e strategie di investimento. Dall'inizio dell'anno, il comportamento delle azioni sostenibili non è stato granché positivo, se paragonato con quello degli indici tradizionali. Tuttavia, gli investimenti sostenibili hanno una prospettiva di lungo termine e negli ultimi cinque anni hanno avuto un andamento molto positivo.

Quali lezioni è possibile imparare dalla volatilità degli ultimi mesi?

Water_Biodiversity_left_right_202201.jpg

La recente fase di elevata volatilità non ha messo in discussione i fondamentali degli investimenti sostenibili. La decarbonizzazione dell'economia, la transizione energetica o il crescente bisogno di acqua potabile non dipendono dalla politica monetaria delle banche centrali, ma da tendenze di lungo periodo. Gli investimenti in tali temi non sono compromessi dalla volatilità di breve termine. Arrivo a dire che i fondi ESG dovrebbero beneficiare delle fasi di mercato complesse, in quanto si basano su una migliore valutazione, comprensione e utilizzo di una corporate governance più solida.

Perché dici così?

Quando il flusso di denaro è costante, non vi è alcuna pressione a fare la difficile scelta tra utilizzare i flussi di cassa per progetti di investimento o per riacquisti di azioni. Di conseguenza, la differenza tra società orientate al lungo e al breve termine non è ovvia. Quando però le condizioni di credito sono più restrittive, le differenze di performance diventano visibilmente a favore di quelle società che hanno privilegiato gli investimenti a lungo termine rispetto al guadagno a breve termine.

Avete lanciato un fondo che investe nelle aziende a conduzione familiare. C'è differenza tra la loro governance e quella delle altre aziende?

Le principali agenzie di rating ESG utilizzano criteri di analisi rigidi, che tendono a privilegiare il modello di corporate governance delle società a capitale diluito. Questa scelta porta a penalizzare le aziende a conduzione familiare, che definiamo come quelle in cui i fondatori detengono almeno un terzo del capitale o dei diritti di voto. Ciò diventa evidente, ad esempio, quando si parla dell'indipendenza del Consiglio di Amministrazione, dove può essere legittimamente contestata la soglia minima del 50% di amministratori indipendenti. Secondo le nostre stime, il 10% del mercato ha una forte impronta familiare e abbiamo quindi pubblicato uno studio che dimostra l'inadeguatezza dell'analisi fatta dalle agenzie di rating ESG. Riteniamo che l'analisi della governance debba adattarsi alla struttura proprietaria e alla situazione effettiva delle società, piuttosto che essere basata su modelli fissi e statici.

Secondo la nostra analisi, la performance di mercato delle società a conduzione familiare è molto positivo nel lungo termine, in quanto queste hanno una visione a più lungo termine rispetto a molte altre aziende. Questo è stato tra i fattori che nel 2020 ci hanno portato a lanciare una strategia di investimento dedicata alle aziende a conduzione familiare.

Eric Borremans Head of Environmental, Social & Governance

Le aziende con i risultati migliori sono quelle che danno la priorità agli interessi degli azionisti o a quelli dei dipendenti o dei clienti? Stiamo tornando a parlare di questa questione nel momento in cui veniamo fuori dalla pandemia e assistiamo alle cosiddette "grandi dimissioni"?

La tua osservazione mi trova d'accordo. In questo periodo post-COVID, milioni di lavoratori statunitensi si stanno dimettendo per una serie di ragioni, tra cui la qualità della vita, e c'è il rischio reale che la forza lavoro qualificata diventi sempre più rara e costosa. Nel conto economico delle aziende, i dipendenti sono fonte di costi e passività per via dei salari, degli stipendi e dei contributi pensionistici. Tuttavia, paradossalmente, la cultura aziendale e la motivazione del personale ad aderire a un progetto comune non compaiono come voce attiva nel bilancio. Per quanto riguarda questo punto, la contabilità non ci aiuta.

Le aziende di domani devono tenere in considerazione i dipendenti, i clienti, l'ambiente e la società civile.

Eric Borremans Head of Environmental, Social & Governance

Per questa ragione abbiamo incluso criteri aggiuntivi alla nostra analisi ESG delle società. Ad esempio, sappiamo tutti che il turnover dei dipendenti varia a seconda dei cicli economici e delle aree di business, noi cerchiamo di evitare quelle aziende in cui è insolitamente elevato. Un'azienda con un turnover di dipendenti superiore al 15% rinnova completamente il proprio capitale umano ogni sei anni. Alla fine, da ciò deriva un costo nascosto molto significativo.

Il modello "shareholder", incentrato sugli interessi dell'azionista, presenta dei difetti. Le aziende di domani devono tenere in considerazione i dipendenti, i clienti, l'ambiente e la società civile. La nostra analisi ESG cerca di includere anche questi aspetti complementari.

Quali sono stati i passaggi principali intrapresi da Pictet nelle strategie ESG?

Le radici di Pictet nella gestione ESG risalgono a più di 20 anni fa, con fondi che investivano in azioni europee sostenibili e in azioni legate alla gestione delle risorse idriche. Questa gamma si è poi ampliata includendo altre classi di attività. Negli ultimi anni, la diversificazione dell'offerta è aumentata grazie alla classificazione SFDR europea. Un anno fa, il 50% dei nostri fondi era stato adeguato in modo da soddisfare gli standard di cui agli articoli 8 e 9. Ora siamo al 75%.

 

Sapevate che…?
Classificazione SFDR europea
75%
dei nostri fondi soddisfa gli standard dell'articolo 8 e dell'articolo 9

Quali sono le vostre priorità per i prossimi mesi?

Abbiamo aderito alle iniziative Net Zero Asset Management e Science Based Target, il che significa che i nostri investimenti e le nostre attività saranno a emissioni zero entro il 2050. Abbiamo già una propensione strutturale a favore dell'economia verde e prevediamo di pubblicare un piano d'azione con obiettivi intermedi a 5 e 10 anni entro la fine dell'anno.

Se vogliamo essere rigorosi per quanto riguarda l'ambiente e includere solo aziende che non danneggiano il clima, è possibile prendere in considerazione solo il 5% delle aziende. È il sogno di un purista?

L'economia verde rappresenta ancora una componente minoritaria: solo il 5-10% degli emittenti vi rientra. Non è molto, ma questa è la situazione attuale. Ciononostante, l'economia verde sta crescendo molto più rapidamente dell'economia globale: una buona notizia per gli investitori e per l'ambiente.

Quindi, cosa facciamo con l'altro 90%? Smettiamo di investire?

La domanda degli investitori è molto ampia ed eterogenea, sia in Svizzera che altrove. Per soddisfare questa domanda, abbiamo sviluppato strategie di investimento che privilegiano titoli che oggi non dispongono del rating migliore, ma presentano un notevole potenziale per migliorare il proprio profilo ESG. Ci impegniamo attivamente per incoraggiare queste aziende a cambiare. Un buon esempio è l'azienda tedesca RWE. Cinque anni fa rappresentava la nemesi di tutti gli investitori ESG, perché era il più grande emettitore di CO2 in Europa.

Se attendiamo fino a quando un'azienda sarà diventata verde al 100%, rischiamo di perdere l'opportunità di partecipare a una dinamica di cambiamento virtuosa

Eric Borremans Head of Environmental, Social & Governance
L'azienda ha però compiuto un'inversione di 180 gradi, impegnandosi a chiudere tutte le sue centrali a carbone nei prossimi 10-15 anni e ad accelerare lo sviluppo dell'energia eolica, con investimenti di oltre 50 miliardi di euro in energia verde nei prossimi dieci anni. La cosa difficile è sapere quando è il momento giusto per investire in modo responsabile in questo tipo di società. Aspettare che sia completamente verde? O quando il Consiglio di amministrazione annuncia un cambiamento strategico? Se attendiamo fino a quando un'azienda sarà diventata verde al 100%, rischiamo di perdere l'opportunità di partecipare a una dinamica di cambiamento virtuosa

Quali sono le insidie della tassonomia verde?

Innanzitutto, l'attuazione della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e, a partire dal 2023, la pubblicazione da parte delle aziende della quota di fatturato realizzata in attività ammissibili racchiude inconvenienti. In qualità di investitori, siamo attualmente liberi di fare le nostre valutazioni. Siamo stati i primi a sottoporre la nostra strategia dedicata all'energia pulita a una revisione per verificarne l'allineamento con la tassonomia verde.

Si tratta di un compito laborioso, ma indispensabile, in quanto siamo vincolati da obblighi di trasparenza. Questa fase di avvicinamento richiederà altri 12-24 mesi. E non dimentichiamo che il CSRD si applica solo alle società europee, che rappresentano meno della metà dei fondi azionari globali. L'altra metà del mercato azionario non sarà quindi costretta a divulgare i dati, a meno che non lo richieda qualcuno, ad esempio gli investitori esteri.