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Mercati

Dall'energia al ristorante: l'inflazione pesa sulle vacanze

Agosto 2022

I vacanzieri hanno dovuto affrontare importanti rincari su carburante, alloggi, alimentari. Così l'aumento dei prezzi si è “scaricato” sulle famiglie.

Per anni i consumatori europei si sono dimenticati dell'inflazione. L'aumento dei prezzi è rimasto a livelli (a volte fin troppo) bassi o comunque non sufficienti per pesare sulle tasche dei cittadini. Nell'ultimo anno, però, le cose sono cambiate.  

 

Se un'inflazione moderata aiuta l'economia a correre, quando corre troppo in fretta diventa una zavorra, limitando il potere d'acquisto e mettendo sotto pressione il budget familiare. Se poi si mantiene a livelli sostenuti per periodi medio-lunghi, assorbire questo “shock” diventa sempre più complicato. E così l'inflazione, a lungo relegata in secondo piano, sta pesando sulla vita di tutti i giorni, vacanze comprese.

In viaggio con il caro energia

La voce che traina l'inflazione è il costo dell'energia, che si è scaricata sui vacanzieri sia in modo diretto - soprattutto per il carburante - che indiretto, attraverso un aumento dei costi finali di prodotti e servizi, che le imprese non sono più state in grado di ammortizzare. 

 

Rispetto allo scorso anno, secondo stime del Codacons, chi si è mosso in auto ha dovuto sopportare un rincaro del 13,4% per le auto a benzina e del 22,6% per le diesel. Se si fa un confronto con il 2020, il conto sale ulteriormente. Altroconsumo ha analizzato le spese dei viaggi con partenza da alcune grandi città (Milano, Roma, Napoli, Torino e Firenze) e arrivo in sette località marine (Lignano, Rimini, Palinuro, Alassio, Gallipoli, Viareggio e Senigallia). Risultato: rispetto all'estate 2020, il rincaro medio è stato del 27,7% per le auto a benzina e del 48,2% per le diesel.

 

Le alternative all'auto non sono state più economiche. Forti rincari si sono registrati sui voli nazionali (+33% rispetto al 2021) e, ancor di più, su quelli internazionali (+124%). Anche prendere i traghetti è costato di più (+18,7%). L'unica voce in controtendenza è quella delle tariffe ferroviarie, che calano del 9,9%.

Dagli hotel al ristorante

Una volta arrivati a destinazione, i rincari continuano. Un po' per il pienone del post-pandemia, un po’ per il rialzo di materie prime ed energia, praticamente ogni voce è lievitata: spesa alimentare (sia nei supermercati che nei ristoranti), posto ombrellone, alloggi nelle strutture ricettive. 

 

Sempre secondo il Codacons, bar e ristoranti hanno ritoccato i prezzi del 4,6%, gli alimentari del 9,1% in più. Più cari anche stabilimenti balneari (con aumenti tra il 5 e il 15%) e pernottamenti in hotel (+14,7%).

Il conto delle vacanze

Voce dopo voce, quindi, l'inflazione ha pesato eccome. L’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori ha provato a fare un bilancio complessivo. Un nucleo familiare composto da coppia e due figli ha speso in media 4.849,52 euro per sette giorni di vacanza al mare, il +16,8% in più rispetto a un anno fa. Cioè, traducendo in euro, circa 700 euro. Un po' più economica la montagna: una settimana è costata 4.128,04 euro, il 7,8% e 300 euro in più rispetto al 2021.

 

Non si tratta di un fenomeno solo italiano. L'inflazione, infatti, galoppa in tutta Europa e in gran parte dell'area OCSE. Secondo gli ultimi dati – relativi a giugno – i prezzi sono aumentati in media del 10,3% anno su anno. Un rialzo di questa portata non si vedeva dal 1988. Tra i Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, uno su tre ha registrato tassi d'inflazione a due cifre.