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Mercati

Giornata mondiale del Turismo: come cambia il settore dopo la pandemia

Settembre 2021

La pandemia ha colpito duramente imprese e lavoratori del turismo, ma ora si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Serve però puntare su sostenibilità e innovazione, oltre a eliminare le restrizioni ai viaggi.

Il settore del turismo è probabilmente il più colpito dalla pandemia, ma ora si guarda al futuro e si punta a recuperare il terreno perduto. Il 27 settembre è la giornata mondiale del Turismo e Google, insieme a Kantar, ho voluto lanciare un segnale forte a tutti i viaggiatori, pubblicando le 10 mete più cercate in Europa dai turisti nel 2021 su Google Maps: in cima alla classifica troviamo la Torre Eiffel (Francia), seguita dalla Basilica della Sagrada Família (Spagna) e dal Musée du Louvre (Francia).

 

Fuori dal podio ci sono poi Europa-Park (Germania), Colosseo (Italia), Plitvička jezera (Croazia), Costiera Amalfitana (Italia), Energylandia (Polonia), Duomo di Milano (Italia) e Camp Nou (Spagna). Insomma, ben tre su dieci sono destinazioni italiane. E se guardiamo agli itinerari italiani, è ancora Roma a fare la voce grossa con ben sei destinazioni: oltre alle tre destinazioni già citate, i turisti sono molto interessati a Gardaland, Fontana di Trevi, Torre di Pisa, Pantheon, Piazza Navona, Piazza del Popolo e Villa Borghese.

Il settore del turismo italiano

Lo scorso anno, a causa dei lockdown imposti dal COVID-19, il PIL italiano è crollato dell’8,9% con 456mila occupati in meno rispetto al 2019 secondo i dati diffusi da Borsa Italiana. Il settore del turismo vale quasi il 10% del PIL globale con 300 milioni di persone occupate e, prima del COVID-19, il settore generava 9mila miliardi di dollari di valore, 1.000 miliardi di investimenti e 1.700 miliardi di esportazioni.

 

In Italia, grazie alla storia e alla cultura presenti in ogni angolo della penisola, il turismo vale circa il 7% del PIL con quasi 1,7 milioni di addetti, che valgono il 7,1% degli occupati totali. Se poi si calcola l’indotto diretto e indiretto arriviamo al 14% del valore aggiunto totale dell’occupazione, stando ai dati del 2019. In tutta Italia sono presenti 32.730 esercizi alberghieri e 185.597 esercizi extra-alberghieri, con 437 milioni clienti totali e una permanenza media di 3,3 notti (2019). In Europa, per presenze totali di turisti, siamo quarti dopo Spagna, Francia e Germania, pur essendo primi al mondo per siti Unesco.

L'allarme dell'ONU

È arrivato direttamente dal Segretario Generale ONU Antonio Guterres l’avvertimento: “Il turismo continua a soffrire enormemente a causa della pandemia di COVID-19: nei primi cinque mesi di quest’anno, gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti di uno sbalorditivo 95% in alcune parti del mondo e le previsioni suggeriscono una perdita di oltre 4 trilioni di dollari del PIL globale a fine 2021. Questo è un grande shock per le economie sviluppate, ma per i Paesi in via di sviluppo è un’emergenza”.

 

E in più ci sono gli effetti dell’uomo sull’ambiente ad avere un impatto negativo per i Paesi che vivono di turismo, sottolinea Guterres: "Anche i cambiamenti climatici stanno colpendo gravemente molte delle principali destinazioni turistiche, in particolare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, dove il turismo rappresenta quasi il 30% dell’attività economica. Con molti milioni di mezzi di sussistenza in pericolo, è tempo di ripensare, trasformare e riavviare in sicurezza il turismo.”

Il futuro del turismo

Ai margini del convegno “What’s Next in Safety & Hospitality Experience”, organizzato dal gruppo leader nella formazione nel campo dell’hospitality management Sommet Education, ha parlato a SiViaggia la Direttrice Regional Department of Europe del World Tourism Organisation (UNWTO) Alessandra Priante. Secondo le previsioni dell’UNWTO bisognerà aspettare la fine della stagione 2023/2024 per tornare agli stessi livelli del 2019, almeno parlando di arrivi internazionali. Servirà però una regia globale, coordinata e sicura per gestire gli spostamenti tra le frontiere, oltre all’abolizione delle restrizioni ai viaggi.

 

La vera ripresa però si vedrà solo mettendo al centro sostenibilità e innovazione perché “Il turismo apre porte e menti, guida il cambiamento. Credo che il turismo giocherà ancora una volta il suo ruolo fondamentale di colmare le distanze tra noi. Molto probabilmente alcuni aspetti del modo in cui viaggiamo cambieranno, ma una volta che riusciremo a ricostruire la fiducia dei viaggiatori e recuperare le tendenze del turismo pre-pandemico, l’essenza del turismo rimarrà la stessa: riunire le persone per condividere esperienze indimenticabili e costruire ricordi che durano una vita intera”, conclude Priante.