I am Article Layout

Scegli il tuo profilo:

Il futuro delle costruzioni attente all'ambiente

Pictet Asset Management al Klosters Forum

Settore immobiliare

Edifici sostenibili: investire per affrontare la sfida del 40% delle emissioni globali di carbonio, per un futuro resiliente ai cambiamenti climatici

Nel dibattito sul cambiamento climatico, gli immobili sono il proverbiale "elefante nella stanza".

Le nostre case, i nostri uffici, i nostri negozi e i nostri spazi ricreativi, vale a dire le infrastrutture fisiche fondamentali per la prosperità e il benessere dell'uomo, rappresentano circa il 40% delle emissioni globali di carbonio. Inoltre, l'ambiente costruito è responsabile in misura simile anche di molti altri problemi ecologici, tra cui lo spreco di acqua, l'utilizzo di elettricità e i rifiuti.

"Come progettare e costruire per un futuro rigenerativo" è stato il tema al centro del Klosters Forum di quest'anno con l'obiettivo di capire come ridurre l'impronta ambientale del settore immobiliare.

Nel corso dei tre giorni dell'incontro tenutosi a giugno, i partecipanti hanno discusso in modo dettagliato temi che spaziano dall'edilizia sostenibile alle pratiche rigenerative, dalla progettazione di edifici innovativi ai materiali e al ruolo della natura.

Lanciando il dibattito sul tema di "come affrontare la sfida del 40% dell'inquinamento immobiliare e realizzare un futuro resiliente ai cambiamenti climatici", i rappresentanti del Gruppo Pictet hanno chiarito i motivi che rendono difficile la valutazione delle credenziali ambientali del settore immobiliare. 

Sapevate che…?
Le nostre case, uffici, negozi e spazi ricreativi rappresentano circa il
40%
delle emissioni globali di carbonio.
Fonte: World Economic Forum, 2021

Zsolt Kohalmi, Global Head of Real Estate e Deputy Chief Executive Officer di Pictet Alternative Advisors, ha portato il "valore temporale delle emissioni di carbonio" come esempio delle complessità che le società immobiliari e gli investitori devono affrontare nel loro tentativo di passare a pratiche più sostenibili. 

Kohalmi ha chiarito come, considerata la vita media di un edificio, fino al 45% delle emissioni totali si verifica nei primi due anni, ovvero nella fase di costruzione di un progetto, che include l'estrazione di materie prime, le fasi di produzione, trasporto e installazione, nonché lo smaltimento dei rifiuti.  

Queste emissioni (note anche come "embodied carbon", o carbonio intrinseco) sono molto più elevate di quelle del "carbonio operativo", che è la quantità di carbonio emessa annualmente una volta che un edificio è in uso. 

I partecipanti al Klosters Forum (architetti, progettisti urbani, start-upper in bioedilizia, scienziati dei materiali e investitori) hanno condiviso esperienze personali e offerto approfondimenti su come affrontare il problema ambientale del settore immobiliare. 

Alcuni temi sono emersi con maggior frequenza. Uno di questi è stato il ruolo della natura nell'ambiente costruito, ovvero l'insieme delle realizzazioni umane che trasformano l'ambiente naturale.

I partecipanti si sono trovati d'accordo sulla necessità di riconnettere l'ambiente costruito con la natura.

Ciò comporta lo sfruttamento di una serie di nuove tecniche di costruzione, tra cui l'integrazione di elementi naturali e rigenerativi nei progetti edilizi, la sperimentazione con materiali biologici innovativi (come legno e alghe) e la realizzazione di opere di forestazione e rimboschimento strategiche e di altri metodi di cattura del carbonio.

"Citando il biologo italiano Stefano Mancuso, la nostra vita è cieca alla natura e alle piante. È necessario incorporare la natura nella nostra cultura; la cultura non è in antitesi con la natura", ha affermato Mikolaj Sekutowicz, partecipante e partner responsabile per lo sviluppo strategico e della cultura presso Therme Group, imprenditore tedesco nel settore dei resort.

Un contributo alla riduzione dell'impatto ambientale degli edifici potrebbe giungere dal cosiddetto "rewilding" urbano, ovvero il ripristino di ecosistemi scomparsi o danneggiati. Tra i progetti di maggior rilievo troviamo il Bosco Verticale, il noto complesso residenziale a Milano.

I due edifici gemelli (rispettivamente di 111 metri e 76 metri di altezza) ospitano insieme 20.000 alberi, arbusti e piante perenni che mitigano lo smog, producono ossigeno, riducono il consumo energetico e assorbono il carbonio. I residenti dell'edificio hanno tutti espresso un elevato grado di soddisfazione per i livelli di comfort e la bellezza delle aree verdi1. Questo è un ottimo esempio di architettura biofilica in grado di collegare persone e natura.

Ma tra i partecipanti è anche emersa l'evidenza che la costruzione di nuovi edifici, pur con l'utilizzo di tecniche sostenibili, non è certamente la panacea. La ristrutturazione potrebbe essere un modo migliore per ridurre le emissioni di carbonio in molte parti del mondo sviluppato dove negli ultimi decenni sono stati costruiti edifici. 

È assolutamente necessario che l'ambiente costruito si ricolleghi alla natura.

Zsol Kohalmi
Zsolt Kohalmi Deputy CEO & Global Head of Real Estate

In Europa, ad esempio, circa il 90% degli edifici è stato costruito prima del 1990 e il 40% prima del 1960. Diversi studi hanno dimostrato che una ristrutturazione può comportare il 70% in meno di emissioni rispetto alla nuova costruzione, al netto della questione delle emissioni di carbonio intrinseche di cui sopra2

Tuttavia, questo non significa che le altre parti del mondo non abbiano bisogno di nuovi edifici. Le economie in Asia, Africa e America Latina avranno bisogno di sempre più spazi residenziali e commerciali per accogliere la popolazione in crescita. 

"Un approccio standardizzato non è adatto alla promozione dell'edilizia sostenibile", ha dichiarato Stephen Freedman, responsabile della ricerca e della sostenibilità per le strategie azionarie tematiche in Pictet Asset Management.

Al suo posto, ha aggiunto, è essenziale un approccio personalizzato, in modo da sviluppare quartieri resilienti al cambiamento climatico in stretta collaborazione con le comunità locali. È necessario prendere in considerazione le caratteristiche specifiche dei luoghi in cui si è, le tecnologie di costruzione più adatte alle diverse aree geografiche e la disponibilità locale delle materie prime.

Una fonte di ispirazione può essere Venezia: città italiana la cui sopravvivenza è minacciata dal cambiamento climatico.

Quando fu costruita, 1.600 anni fa, le fondamenta utilizzate per restare a galla in laguna erano costituite da alberi di ontano, una specie resistente all'acqua e abbondante nelle foreste vicine. Oggi la città tutela il suo futuro rivolgendosi a nuove soluzioni basate, ancora una volta, sulla natura.

Ricorre, ad esempio, a materiali naturali locali e manodopera per costruire fortificazioni nella palude salina che la circonda, che rappresenta la migliore difesa della città da onde e tempeste3.  Questo progetto di bioingegneria ha coinvolto residenti e aziende, fornendo opportunità economiche e di lavoro alla comunità locale.

Zsolt Kohalmi presenta un workshop al TKF22
KF 2022
Copyright © 2022 Julian Tse Photography

Come dimostrano gli sforzi riguardanti Venezia, i governi e le autorità comunali svolgono un ruolo chiave nell'edilizia sostenibile. 

I partecipanti al forum si sono trovati d'accordo sul fatto che i decisori politici dovrebbero adottare un approccio del tipo "bastone e carota", incentivando con agevolazioni fiscali e sovvenzioni intelligenti le aziende e i progetti positivi per il clima e la natura, ma penalizzando e regolamentando al contempo le aziende che non si attivano. Politiche di questo genere dovrebbero contribuire a evidenziare il vero costo finanziario e sociale degli edifici non sostenibili.

Gli esperti hanno poi messo in guardia dai settori che si affidano esclusivamente ad approcci top-down e chiesto a gran voce processi decisionali decentralizzati e che coinvolgono le comunità locali. Hanno inoltre sottolineato il ruolo del "soft power", vale a dire la serie di iniziative educative e il miglioramento della reportistica sul clima.

"Abbiamo bisogno di un quadro di riferimento in cui tutti possano partecipare allo sviluppo rigenerativo", ha affermato uno dei partecipanti.

Un'ulteriore priorità al fine di migliorare la competitività, promuovere l'innovazione e accelerare la transizione sostenibile dovrebbe essere l'aumento degli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S). Il settore edile è tradizionalmente considerato conservatore e scarsamente innovativo, a causa della mancanza di investimenti in R&S, che si stima siano una percentuale dei ricavi a cifra singola (e bassa) rispetto ad almeno il 10% impiegato da settori come la sanità o l'informatica. Anche in questo caso, sgravi fiscali (come i crediti d'imposta del Regno Unito sull'attività di ricerca e sviluppo nell'uso innovativo di metodi ecologici) possono contribuire a incoraggiare gli investimenti nella crescita e nell'innovazione sostenibile.

Il settore finanziario ha il dovere di affrontare e migliorare il "problema del 40%" relativo all'immobiliare. Allo stesso tempo, la transizione sostenibile nell'edilizia rappresenta un'opportunità di investimento a lungo termine ampia e in crescita. Nello specifico, il settore edile dovrebbe impiegare il capitale privato in edifici sostenibili che soddisfino la crescente domanda degli investitori di soluzioni a impatto che incorporano aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). 

Un approccio generalista non funziona nell'attività di promozione dell'edilizia sostenibile.

Steve Freedman
Stephen Freedman Head of research and sustainability, Thematic Equities
Un partecipante al Klosters Forum ha citato l'ex Primo Ministro britannico Winston Churchill, che nel 1944 disse: "prima siamo noi a plasmare i nostri edifici, poi loro plasmano noi". La domanda di edifici più efficienti e rispettosi dell'ambiente è destinata a crescere. Per questo motivo, i partecipanti all'evento hanno invocato un approccio più attento al modo in cui costruiamo, gestiamo, rinnoviamo e demoliamo gli edifici, per poter rendere l'ambiente che ci circonda resiliente ed equo per tutti.
Timber

La rinascita del legno: sviluppare una soluzione nuova per limitare il riscaldamento globale

La popolazione urbana mondiale aumenta di 200.000 persone al giorno. A questo ritmo, entro il 2050, oltre due terzi di noi vivranno nelle città, rispetto a poco più della metà di oggi1

Ciò richiederà un'espansione significativa degli ambienti abitativi. Un trend che, di rimando, potrebbe determinare un ampliamento significativo dell'impronta di carbonio generata dagli esseri umani. Le città sono già responsabili di circa tre quarti delle emissioni globali di carbonio e del consumo energetico2. Questo significa che l'utilizzo delle tecniche di costruzione e dei metodi di pianificazione odierni rappresenta una probabile minaccia per gli sforzi che mirano ad arrestare il cambiamento climatico. 

Ma non deve essere per forza così. I partecipanti al Klosters Forum hanno mostrato in che modo l'incombente espansione urbana possa essere ancora sostenibile. Non tutte le soluzioni sono basate sulla tecnologia avanzata. Anzi, gli esperti concordano sul fatto che alcune delle soluzioni più efficaci crescono, letteralmente, sugli alberi. 

Il legno ha solide credenziali come materiale da costruzione sostenibile. Storicamente, è stato utilizzato per secoli nell'edilizia in Asia, Europa e America grazie alla sua durevolezza, alla sua resilienza e alla relativa facilità di costruzione.

Negli ultimi decenni, tuttavia, la percentuale di utilizzo di questo materiale nell'edilizia si è ridotta a favore di calcestruzzo e acciaio, considerati più durevoli, meno soggetti a usura e facili da produrre in grandi quantità.

Legno, la strada giusta

In un workshop su "come accrescere il numero degli edifici in legno che rigenerano la silvicoltura sostenibile e le economie locali", i partecipanti al Klosters Forum hanno sottolineato la necessità di adottare nuovamente quello che è stato uno dei primi metodi di costruzione in massa, soprattutto in considerazione del fatto che il mondo è tenuto a fermare il riscaldamento globale e il disastro ambientale.

Il legno rappresenta un mezzo economico e interessante per ridurre le emissioni nette di carbonio, specie di quel carbonio intrinseco che il settore edile deve assolutamente ridurre. 

Inoltre, funge anche da elemento che assorbe il carbonio, in grado di ripristinare la biodiversità e migliorare la qualità del suolo.

I dati a supporto dell'utilità del legno non mancano. La ricerca, ad esempio, indica che un giovane salice, che sviluppa una biomassa secca fino a 75 kg nei primi cinque anni di vita, cattura 140 kg di CO2,3 che compensano le emissioni derivanti dall'utilizzo di dieci giorni di elettricità da parte di un nucleo familiare standard4

Il legno continua a imprigionare il carbonio anche dopo essere stato abbattuto. Ogni metro cubo di legno utilizzato come sostituto di acciaio o alluminio riduce mediamente le emissioni di carbonio nell'atmosfera di 0,9 tonnellate5.  Una buona gestione delle risorse forestali è in grado di assicurare che la fornitura di legname sia sostenibile e che non distrugga i boschi.

Solide radici
Le nuove tecnologie stanno rendendo il legno sempre più versatile
assorbimento e stoccaggio di carbonio
Fonte: The European Confederation of Woodworking Industries

Sfatare i miti

I partecipanti al forum concordano che la sfida principale oggi consista nella formulazione di strategie in grado di incentivare la costruzione di edifici a base di legno e di rigenerare la silvicoltura sostenibile e le economie locali.

Uno dei falsi miti sul legno è che non è adatto a edifici di una certa altezza. Grazie all'innovazione, l'utilizzo di legname massiccio sta infatti iniziando a diffondersi anche per la costruzione di grattacieli.

Tra i prodotti pionieristici in legno vi è il legno lamellare (CLT): un pannello edile realizzato in legno segato, incollato e stratificato che consente agli architetti di costruire edifici dalle altezze elevate in legno.

Il CLT è utilizzato nel Mjøstårnet, attualmente l'edificio in legno più alto del mondo, sito in Norvegia e che supera gli 85 metri di altezza. In Svizzera, è al momento in fase di progettazione un complesso residenziale in legno alto 100 metri, il cui completamento è previsto per il 2026.

Si prevede che il mercato del CLT possa crescere fino a 2,5 miliardi di dollari complessivi entro il 2027 (dall'attuale 1,1): un aumento annuo di circa il 15%6

Un'altra convinzione errata è che gli edifici in legno siano a elevato rischio di incendio. Il legno è infatti intrinsecamente resistente al fuoco: quando lo strato esterno di una trave di legno si carbonizza, il nucleo rimane protetto dal danneggiamento per un periodo di tempo più lungo. Inoltre, le nuove tecnologie (come il CLT) sono in grado di produrre una trama più resistente e ignifuga, superiore per resistenza alle strutture in acciaio non protetto in termini di sicurezza antincendio.

 

Sapevate che…?
Si prevede che il mercato del legno lamellare (CLT) registerà un aumento annuo del
15%
su scala globale entro il 2027.
Fonte: Markets and markets, 2022

Built by Nature (organizzazione con sede ad Amsterdam che si dedica alla presentazione dei progetti più innovativi) ha elargito sovvenzioni da diversi milioni di euro per promuovere costruzioni in legno massiccio nelle città.

"Ci sono molti preconcetti sul legno massiccio, come, ad esempio, che sia infiammabile o che contribuisca alla deforestazione. Molte ricerche, però, dicono il contrario ed è importante divulgarle per sfatare questi falsi miti", ha affermato Amanda Sturgeon, CEO dell'organizzazione, nel corso della sua partecipazione.

I partecipanti al Klosters Forum hanno discusso della mancanza di conoscenze tecniche nel settore pubblico e tra le autorità comunali. Per superare questa sfida, una soluzione suggerita è che il settore si impegni nella creazione di soluzioni che facilitino l'integrazione della sostenibilità nei processi, coinvolgendo questo difficile gruppo di stakeholder.

Hanno inoltre aggiunto che sarebbe necessario cambiare regolamenti e modelli fiscali in modo che premino la performance ambientale degli edifici al fine di suscitare un cambiamento a livello di sistema. 

È incoraggiante notare come alcuni governi europei stiano promuovendo un maggiore utilizzo del legno e altri materiali sostenibili per raggiungere gli obiettivi "net zero" nazionali e locali. La città di Amsterdam esige che, a partire dal 2025, il 20% di tutti i nuovi progetti edilizi utilizzi legno o altri materiali a base biologica.

Il governo francese richiede che, a partire da quest'anno, tutti i nuovi edifici pubblici siano realizzati per almeno il 50% con legno o altri materiali sostenibili.

In genere, gli edifici residenziali in Europa utilizzano circa il 20% di legname; cifra che scende ad appena il 5% per gli edifici commerciali7

Sturgeon ha affermato che "per mobilitare il settore con la velocità di cui abbiamo bisogno, è necessario che entrino in gioco politiche e mandati".

Materiali a base naturale

Risorse dai rifiuti: nuovi materiali da costruzione rigenerati

Canapa, alghe o persino detriti da demolizione?

I partecipanti al Klosters Forum (un gruppo diversificato di professionisti del settore edilizio come architetti, ingegneri, imprenditori, assicuratori e investitori) hanno esplorato soluzioni ambiziose su come reperire e utilizzare materiali da costruzione a base naturale.

In un workshop dedicato a "la ricerca di nuovi materiali da costruzione e il ruolo della natura", i partecipanti hanno potuto ascoltare il dott. Merlin Sheldrake, biologo britannico, che ha promosso i funghi come materiale da costruzione alternativo valido e pratico.

L'autore del libro "Entangled Life: how fungi make our worlds, change our minds and shape our futures" (in italiano: Vita intrecciata: come i funghi creano i nostri mondi, cambiano le nostre menti e modellano il nostro futuro) ha spiegato perché l'industria edile dovrebbe ricorrere ai funghi per beneficiare delle loro capacità uniche, come l'assorbimento di carbonio e il miglioramento della biodiversità. 

Sheldrake ha affermato che i funghi rappresentano un tipo di "intelligenza non umana" e potrebbero aiutare gli esseri umani a risolvere i loro problemi ambientali più urgenti.

In effetti, i funghi sono un materiale emergente in vari settori. Gli ingegneri hanno trasformato il micelio (la complessa rete di fibre durevoli che sostiene i funghi) in un materiale biorigenerativo da utilizzare per elementi da costruzione.

MycoWorks, una start-up dedicata allo sfruttamento del micelio con sede a San Francisco, ha scoperto che i suoi mattoni brevettati realizzati con funghi sono robusti e al contempo flessibili, resilienti e resistenti alle intemperie e che possono essere modellati come un blocco di cemento. I mattoni a base di micelio sono compostabili e la loro consistenza è, a parità di peso, superiore a quella del calcestruzzo.

 

Sapevate che…?
La capacità di stoccaggio di carbonio degli habitat marini costieri (grazie alla presenza di mangrovie, alghe marine e kelp) è pari all'incirca a
50 volte
quella osservata nelle foreste tropicali
Fonte: the Management of Natural Coastal Carbon Sinks, IUCN, 2009

Puntare sull'oro marrone

Il dott. Gnanli Landrou, cofondatore dell'azienda svizzera Oxara, ha utilizzato il forum per presentare la tecnologia di miscelazione senza cemento sviluppata dalla sua start-up. Il metodo brevettato da Oxara combina gli scarti argillosi degli scavi con un additivo minerale che si indurisce in 24 ore ed è quindi ideale per essere utilizzato per pavimenti di edifici e pareti non portanti.

Il calcestruzzo di terra ideato da Oxara presenta, in sede di lavorazione, tutte le caratteristiche della controparte convenzionale, ma emette una quantità di carbonio intrinseco 20 volte inferiore ed è più economico, il che significa che potrebbe aiutare a costruire abitazioni a prezzi convenienti.

Questi aspetti potrebbero essere fondamentali.

A livello di Unione europea, i dati mostrano che i rifiuti da costruzioni e demolizioni costituiscono il maggiore ammontare di rifiuti di questa area in termini di massa, e il 15% di essi finisce direttamente in discarica1.

"È un'enorme quantità di rifiuti che può essere riciclata. Ed è anche una questione di rilevanza finanziaria per un'azienda: se non ricicli, prima o poi dovrai comunque occupartene", ha dichiarato il dott. Landrou.

"Quello che ieri era considerato un rifiuto è ora una risorsa. L'economia circolare non conosce scarti. La speranza è che in futuro i rifiuti delle demolizioni edili saranno considerati "oro marrone". Dobbiamo cambiare il settore edile, edificio dopo edificio".

Quello che ieri era considerato un rifiuto è ora una risorsa. L'economia circolare non conosce scarti.

Dr. Gnanli Landrou, cofondatore di Oxara

Ditte Lysgaard Vind, una rinomata specialista dell'economia circolare, ha mostrato ai partecipanti del forum campioni di materiali da costruzione ottenuti da piante marine e fusti di birra riciclati. Ha inoltre spiegato come la canapa sia un altro materiale naturale che può essere utilizzato in edilizia.

"Possiamo costruire il mondo di domani con i rifiuti di oggi, progettando allo stesso tempo un mondo senza più rifiuti", ha dichiarato al forum.

"Grazie ai progressi della bioingegneria, inoltre, possiamo trasformare la natura in biomateriali convenienti su larga scala".

Un altro materiale mostrato da Lysgaard Vind era realizzato con la zostera, una specie vegetale presente negli estuari, nelle baie e in altre aree costiere poco profonde.

La zostera assorbe tre volte più gas serra degli alberi, è un materiale da costruzione carbon negative ed è anche ignifuga, resistente alla decomposizione e un buon isolante.  Inoltre, utilizzando un metodo tradizionale vichingo, una soluzione isolante può essere effettuata intrecciando paglia e quindi prefabbricando pannelli facili da installare su tetti e facciate.

I materiali da costruzione alternativi sono promettenti, tuttavia, la loro commercializzazione in un settore tipicamente resistente al cambiamento tecnologico è sinora stata lenta.

Lysgaard Vind, però, ritiene che un cambiamento delle dinamiche commerciali tra gli sviluppatori e gli investitori attenti al clima potrebbe rivoluzionare tutto.

Ha quindi aggiunto che costruttori e imprenditori, grandi e piccoli che siano, non hanno altra scelta se non quella di integrare la sostenibilità per evitare che i loro edifici diventino "stranded asset", ovvero beni destinati a perdere valore.

"L'ambiente costruito è diventato una classe di asset assolutamente importante per il settore finanziario, data la sua offerta di opportunità di investimento", afferma. "Poiché gli investitori sono i principali responsabili decisionali, la domanda di sostenibilità e trasparenza è ora un fattore di crescita positivo."

Il Klosters Forum

Cos'è il Klosters Forum?

Il Klosters Forum è un'organizzazione non profit che offre una piattaforma neutrale a menti rivoluzionarie e illuminanti per affrontare alcune delle sfide ambientali più urgenti del mondo. La sua missione è quella di accelerare il cambiamento ambientale positivo sviluppando e coltivando una comunità crescente di pensatori e professionisti leader del settore e promuovendo scambi e collaborazioni interdisciplinari.

Ogni anno, il Forum ospita, in un ambiente neutrale e discreto, un evento sull'ambiente che unisce partecipanti di alto profilo provenienti dai settori della scienza, dell'economia, della politica e dell'industria, nonché ONG, menti creative ed esperti di sostenibilità. Nel 2022, il forum annuale si è svolto dal 28 al 30 giugno e il suo tema è stato "Il futuro dell'ambiente costruito".

Per saperne di più, cliccare qui.

KF 2022
Copyright © 2022 Julian Tse Photography

La partnership di Pictet con il Klosters Forum

Il Gruppo Pictet è lieto di collaborare con il Klosters Forum per far crescere l'attenzione sull'impatto del settore immobiliare verso l'ambiente ambiente e contribuire al dibattito su questa importante questione. 

In qualità di asset manager globali siamo in grado di negare o ritirare il capitale dalle aziende che non prendono sul serio le proprie responsabilità verso l'ambiente. Il dibattito ambientale di oggi tende a concentrarsi principalmente sul cambiamento climatico, mentre, secondo noi, gli investitori devono ora dedicare al loro impatto sulla biodiversità la stessa attenzione che prestano alla loro impronta di carbonio. I nostri team di investimento vantano una notevole esperienza in questo settore grazie alla gamma ampia e pionieristica di investimenti sostenibili e tematici che gestiscono.

La nostra partnership con il Klosters Forum mira a condividere le conoscenze, partecipando a dialoghi aperti e cercando soluzioni insieme.

Laurent Ramsey
Laurent Ramsey Managing Partner