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Mobilità Sostenibile

La controversa ascesa dei carburanti sintetici

La controversa ascesa degli e-fuels

Febbraio 2024

Tempo di lettura: 3 min

Amati e odiati in egual misura, i carburanti sintetici sono ora considerati dalla politica come una delle possibili alternative all'alimentazione elettrica, per una nuova generazione di veicoli ecologici.

Mentre le aziende di tutto il mondo hanno promesso di lavorare per centrare il fondamentale obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, c’è un settore in cui è in atto un cambiamento significativo: quello dei trasporti meccanizzati, che contribuisce per ben il 16% alle emissioni globali di gas serra. I veicoli elettrici sono la prima opzione per il cambiamento, come ci spiegano anche i dati degli analisti: nel 2021 le vendite di veicoli elettrici sono raddoppiate rispetto al 2020 e nel 2022 sono aumentate ancora del 55%, per una quota di mercato del 13%.

La sfida dei carburanti sintetici

Un trend destinato ad accelerare anche grazie all’asticella posta sempre più in alto dai governi: gli USA, ad esempio, sono intenzionati a raggiungere il 66% di veicoli elettrici sul totale delle nuove auto in meno di 10 anni. Ma negli ultimi mesi i governi, le autorità di regolamentazione e le case automobilistiche, soprattutto in Europa, hanno iniziato valutare le alternative all'elettrificazione della mobilità.

Tra le varie opzioni troviamo i carburanti sintetici, o e-fuels: sono emersi come potenzialmente complementari all’alimentazione elettrica e sia la Germania sia l'Italia hanno chiesto alla Commissione Europea di integrarli nella sua agenda per i trasporti ecologici. Tuttavia, ci sono opinioni contrastanti sul fatto che questi carburanti siano una reale alternativa all'alimentazione a batteria.

Cosa sono gli e-fuel e come vengono prodotti?

Gli e-fuels nascono dalla combinazione dell’anidride carbonica catturata in atmosfera con l'idrogeno ottenuto dall'acqua attraverso l’elettrolisi. Se questo processo è compiuto con energia rinnovabile è considerato carbon neutral, perché il carbonio rilasciato dalla combustione del carburante è riciclato a partire da quello già presente nell'atmosfera.

Il vantaggio degli e-fuels è che possono essere utilizzati in qualsiasi motore a combustione convenzionale e quindi, rispetto all’alimentazione elettrica, non portano via spazio per parcheggi appositi e non comportano la necessità di costruire strutture di rifornimento alternative o nuove tecnologie di stoccaggio dell'energia. In altre parole, con i carburanti sintetici non è necessario rinnovare l'intero settore dei trasporti, come invece sta accadendo con i veicoli elettrici.

I limiti dei carburanti sintetici

Ma se hanno tutti questi vantaggi, perché gli e-fuels non hanno già sostituito il petrolio? La prima risposta riguarda il tema dell’efficienza. O meglio, inefficienza. Uno studio del 2019 ha evidenziato tutte le fasi in cui si perde energia nella creazione dei carburanti sintetici: dalla cattura del carbonio alla generazione di idrogeno, fino alla sintesi chimica dei carburanti.

Poi c'è l'inefficienza dei motori a combustione interna. Secondo le stime dell'International Council on Clean Transportation (ICCT), organizzazione di ricerca indipendente, l'efficienza degli e-carburanti nel convertire l'energia totale in movimento è solo del 16%, rispetto al 72% dei veicoli elettrici. Ma il problema principale degli e-fuels è un altro: le auto che li utilizzano causano ancora inquinamento atmosferico, un pericolo per la salute che gli scienziati stanno iniziando a comprendere.

Un integratore per l'alimentazione a batteria

Eppure, i carburanti sintetici non portano solo cattive notizie. Anche se potrebbero non essere la soluzione migliore per i veicoli, potrebbero rivelarsi utili per integrare le batterie elettriche, ancora troppo pesanti e ingombranti. Questo perché gli e-fuels hanno una densità energetica paragonabile a quella del diesel, della benzina o del cherosene e ciò significa che possono fornire una grande quantità di energia utilizzando volumi relativamente piccoli. Una caratteristica che li rende un’utile alternativa per la decarbonizzazione di navi e aerei, mezzi pensati per percorrere lunghe distanze.

Insomma, i carburanti sintetici non saranno la soluzione perfetta per raggiungere la neutralità carbonica, ma sono di sicuro una strada alternativa che vale la pena esplorare.