ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Educazione finanziaria

Che cos'è e come funziona la leva finanziaria

Che cos'è e come funziona la leva finanziaria

Novembre 2022

Proprio come la leva di Archimede, anche imprese e investitori possono “moltiplicare la forza” del proprio capitale. Si tratta però di uno strumento da maneggiare con cautela. Ecco perché.

“Datemi una leva e vi solleverò il mondo”. La famosa frase di Archimede indicava le potenzialità di un semplice strumento in grado di moltiplicare la forza applicata su di esso. Anche se applicato in tutt'altro ambito, il concetto di leva finanziaria non è poi così distante da quello di Archimede.

Che cos'è la leva finanziaria

La leva finanziaria, detta anche leverage, è uno strumento (ma allo stesso tempo un indicatore) che permette di investire sul mercato una somma superiore al proprio capitale. In sostanza, attraverso un prestito, un investitore punta ad avere un profitto elevato pur avendo a disposizione un capitale di partenza contenuto. Come sempre, però, a rendimenti potenzialmente più abbondanti corrispondono anche rischi di perdite più cospicui. La leva finanziaria va quindi maneggiata con cura.

Opportunità e rischi: un esempio di leva finanziaria

Supponiamo - semplificando - che un trader abbia un capitale proprio di 1.000 euro e abbia individuato un titolo con potenzialità di crescita del 10% in un mese. Azzeccando la sua previsione, dopo trenta giorni incasserebbe 1.100 euro. Ma potrebbe anche accusare una perdita del 10%, perdendo 100 euro e restando con 900 euro.

Se, rivolgendosi a un broker per ottenere nuova liquidità, utilizzasse una leva di 10 a 1 (investendo in tutto 10.000 euro) in caso di esito positivo incasserebbe 1.000 euro. A fronte di un capitale proprio di 1.000 euro, quindi, il profitto sarebbe del 100%, dal quale andrebbero sottratti gli interessi da versare al broker.  Basta questo piccolo esempio per capire le potenzialità della leva.

Attenzione, però, perché questo effetto moltiplicatore può riflettersi anche sulle perdite. Nel caso in cui il titolo avesse ceduto il 10%, le perdite sarebbero state di 1.000 euro. Avrebbero cioè eroso l'intero capitale proprio, senza contare gli interessi dovuti al prestatore.

I potenziali effetti sistemici

Un certo livello di leva è fisiologico e permette di accelerare gli investimenti. È sempre una questione di misura. L'effetto moltiplicatore va infatti inquadrato oltre la singola operazione, a livello sistemico.

I trader privati possono infatti arrivare a una leva di 20 a 1 sul mercato azionario e di 30 a 1 su quello valutario. Se l'intero sistema utilizza leve molto elevate, con prestiti abbondanti e incrociati, la caduta di un singolo tassello può innescare quella di altri soggetti, contagiando il mercato nel suo complesso.

La leva finanziaria e le imprese

Anche le imprese hanno bisogno di investire. E, per crescere, il capitale proprio potrebbe non bastare. Ecco quindi che, traslando il concetto dai mercati finanziari ai bilanci, la leva finanziaria diventa – oltre che uno strumento – anche un indicatore del rapporto tra debiti e mezzi propri. Esprime quindi il grado di dipendenza da finanziatori terzi. Ma non solo: influisce anche sugli oneri finanziari che l'impresa dovrà sopportare. Se la leva finanziaria è elevata, la società è infatti percepita come più rischiosa dai potenziali creditori, che di conseguenza chiederanno una remunerazione maggiore per concedere un prestito. O, nei casi più estremi, potrebbero negarlo. Di solito, un rapporto tra debito e capitale proprio inferiore a 3 (ad esempio 300.000 euro su 100.000 euro di investimenti diretti) viene valutato in modo positivo. I rischi aumentano quando il rapporto supera 5 a 1.

Cos'è la leva finanziaria?

Fonte infografica