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Innovazione

Neil Harbisson il cyborg che si batte per i diritti degli uomini-macchina

Settembre 2019

È il primo cyborg riconosciuto per legge. Harbisson ha creato anche una fondazione per chi voglia diventare uomo-macchina.

È il primo cyborg riconosciuto per legge. Si chiama Neil Harbisson, classe 1982, è un artista e fotografo britannico ma originario della Catalogna, che ora con la sua Cyborg Foundation si batte per chi vuole diventare un uomo macchina come lui. La sua storia sembra quasi un romanzo. Da bambino gli viene diagnosticata una rara patologia, la achromatopsia, ovvero l’incapacità di distinguere i colori. Una condizione che gli permette di vedere il mondo solo in una scala di grigi, senza altre tonalità.

Se nei primi venti anni della sua vita Neil accetta il suo handicap, nel 2003 la sua vita comincia a prendere colore. Mentre studia al Darlington College of Arts, si appassiona alla cibernetica e sviluppa insieme all’informatico Adam Montandon la prima bozza di quello che chiamerà eyeborg, ossia un’antenna che trasforma le onde dei colori in 360 onde sonore.

Quando Neil, nel 2004, bussa alle porte degli ospedali per presentare il suo progetto, incassa solo no. Alla fine trova un medico disponibile, che in cambio dell’anonimato lo opera nel suo giorno di riposo e in tre ore di intervento aggancia l’impianto al cervello.

Dopo questa operazione, si trasforma così in un cyborg. L’antenna è montata in modo permanente nel suo cranio, permettendogli di convertire i colori, percepiti sotto forma di vibrazioni, in suoni. Tutto partendo da un algoritmo che associa colori ad alta frequenza a suoni ad alta frequenza e viceversa. Lo strumento, in pratica, mette in relazione due dimensioni fisiche e misurabili: l’onda luminosa e l’onda sonora.

Nel 2004, Harbisson aveva difficoltà a rinnovare il passaporto britannico perché la foto sul documento veniva rifiutata, a causa della comparsa di uno strumento elettronico sulla sua testa. Harbisson insistette, sostenendo che l’antenna doveva essere considerata parte del suo corpo. A sostegno di questa posizione, l’ufficio passaporti ricevette lettere del suo medico, del college e degli amici. Alla fine, l’apparecchiatura venne ammessa e Neil Harbisson divenne il primo cyborg riconosciuto ufficialmente per legge da uno Stato.

«Da allora è come se avessi un nuovo organo», ha raccontato. E con l’obiettivo di facilitare chi come lui vorrebbe diventare un uomo-macchina come lui, insieme a Moon Ribas ha creato la Cyborg Foundation. Tra gli scopi della fondazione, ci sono l’estensione dei sensi e delle abilità umane con la creazione e l’applicazione di estensioni cibernetiche per il corpo e la difesa dei diritti dei cyborg. Harbisson, inoltre, ha donato antenne a comunità di non vedenti ed ipovedenti, credendo che gli eyeborg e ogni altra estensione cibernetica debba essere trattata come parte del corpo e non come strumenti, e che quindi non debbano mai essere venduti ma donati.

L’eyeborg ovviamente ha subito nel corso del tempo anche una evoluzione. Ha un dispositivo bluetooth e può connettersi al wi-fi. Tanto che una volta è stato pure hackerato. Nel caso in cui gli stimoli dovessero diventare più forti o fastidiosi, l’antenna può essere spenta.