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Mercati

I mercati spiegati dopo una settimana di guerra e sanzioni

Marzo 2022

Nelle Borse, che chiudono quasi tutte in rosso da giorni, domina la tensione e la volatilità, mentre i prezzi delle materie prime sono alle stelle e si infiamma la corsa ai beni rifugio

La Borsa di Mosca chiusa dal 28 febbraio, il rublo ai minimi storici. L’offensiva russa in Ucraina avanza, le sanzioni colpiscono l’economia di Mosca, mentre corre il prezzo delle materie prime e i mercati reagiscono con nervosismo. Nelle Borse, che chiudono quasi tutte in rosso da giorni, domina la tensione davanti all’escalation e si infiamma la corsa ai beni rifugio.

Volatilità e corsa ai beni rifugio dopo l’inizio della guerra

La rapida escalation del conflitto ha generato sui mercati volatilità e vendite diffuse. Le notizie sui bombardamenti a tappeto sulle città e sull’impianto nucleare di Zaporizhzhia spingono gli investitori a ripararsi dalla instabilità con investimenti su asset più solidi come il dollaro, l’oro e i titoli di Stato.

 

La corsa ai beni rifugio resta di fatto la costante sui mercati dall’inizio dell’offensiva, con l’oro che ha raggiunto i massimi storici. Si apprezzano anche i titoli di Stato americani, reputati di solito un investimento di qualità proprio nei momenti di alta volatilità.

 

Alcuni asset manager, davanti alle tensioni crescenti prima dell’esplosione del conflitto, avevano già acquistato assicurazioni per le posizioni russe, scommettendo al ribasso sul rublo e i bond russi. Mentre altri hanno annunciato ora di aver sospeso o avviato alla liquidazione le esposizioni in Russia e nell’Est Europa. 


A tranquillizzare i mercati, ma non troppo, è arrivato il discorso del governatore della Fed Jerome Powell al Congresso USA, che ha escluso un aumento dei tassi di 50 punti base a marzo, confermando che il rialzo con tutta probabilità sarà di 25 punti base.

Si infiammano i prezzi delle materie prime

Il conflitto ha portato immediatamente a un rialzo dei beni energetici, gas e petrolio in primis. Mentre Nord Stream 2, la società con sede in Svizzera che ha costruito il gasdotto fra Russia e Germania, ha dichiarato fallimento dopo le sanzioni americane e la scelta del governo tedesco di sospendere la procedura di autorizzazione all’entrata in funzione.

 

In rapida salita anche il prezzo del mais, del grano e della soia. Russia e Ucraina insieme, infatti, rappresentano circa il 29% delle esportazioni globali di grano e il 19% di quelle di mais.

Il contraccolpo sull’economica di Mosca dovuta alle sanzioni

Le sanzioni internazionali contro Mosca e il congelamento delle riserve della banca centrale hanno di fatto mandato in tilt il sistema economico russo.

Il rublo è precipitato ai minimi storici, soprattutto dopo la decisione di Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s di declassare il rating sul debito di Mosca a livello “spazzatura”.

 

La Borsa di Mosca rimane chiusa dal 28 febbraio, mentre le imprese e i capitali stranieri stanno abbandonando via via Mosca. E Sberbank, la più grande banca russa, sanzionata da Europa e America, lascerà il mercato europeo.

 

Intanto, la Banca Centrale Europea ha deciso di sospendere il tasso di riferimento tra euro e rublo perché “nelle attuali condizioni, non può determinare un valore che sia indicativo delle condizioni di mercato prevalenti”. Mentre la Banca Centrale Russa ha raddoppiato i tassi di interesse, congelando una parte delle riserve estere.