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Educazione finanziaria

Profilo di rischio: cos’è e come si calcola

Profilo di rischio: cos’è e da cosa dipende

Aprile 2023

Tempo di lettura: 3 min

Quando si investe, è bene conoscere la propria propensione al rischio. A ogni profilo corrisponde, infatti, una differente asset allocation.

Non esiste un portafoglio di investimenti adatto a tutti. Ogni investitore ha atteggiamenti diversi nei confronti del rischio: è il cosiddetto profilo di rischio. C’è chi è disposto a sopportare maggiore incertezza per avere rendimenti più alti, chi invece preferisce rendimenti più bassi ma più sicurezza.

Ecco perché, quando si investe, è bene conoscere la propria propensione al rischio e quindi il proprio profilo di rischio. A ogni profilo corrisponde una differente asset allocation

Cos’è il profilo di rischio?

Identificare il profilo di rischio è il primo passo per definire un portafoglio di investimento adatto all’investitore, insieme alla somma da investire e all’orizzonte temporale. Solo con questi tre elementi si può individuare una corretta composizione del proprio portafoglio.  

L’individuazione del profilo di rischio solitamente avviene attraverso una serie di domande per capire quanto si è disposti a rischiare. L’obiettivo è dunque capire come si reagirebbe in caso si vedesse una perdita sul proprio investimento.

La capacità e la volontà di correre rischi possono variare in base a diversi fattori. Uno di questi, ad esempio, è l’età: tendenzialmente gli investitori più giovani hanno un orizzonte temporale più lungo per investire e in teoria possono assumere più rischio rispetto a una persona in pensione, che invece investe nel breve termine e preferisce ridurre il rischio di una improvvisa perdita del proprio investimento, anche a discapito di maggiori rendimenti.

Come si calcola il profilo di rischio?

Il profilo di rischio dell’investitore può appartenere a uno di quattro livelli.

  • Tolleranza bassa al rischio: si possono sostenere perdite fino al 5% all’anno. In questo caso, gli strumenti più adatti sono i fondi monetari, i certificati di deposito e le obbligazioni di breve periodo.
  • Tolleranza moderata al rischio: si possono sostenere perdite tra il 6% e il 15% l’anno. Qui abbiamo ad esempio portafogli diversificati tra azioni di aziende solide e in settori maturi, e obbligazioni a medio-lungo termine.
  • Tolleranza elevata al rischio: le perdite possono essere tra il 16% e il 25% l’anno. Si può dunque guardare anche agli investimenti sul mercato azionario in settori più volatili come startup o industrie emergenti.
  • Tolleranza molto elevata al rischio: che comporta anche perdite superiori al 25% l’anno. In questo caso, si investe anche su valute internazionali, criptovalute e altri asset volatili ma molto remunerativi.

Perché è importante conoscere il proprio profilo di rischio?

Il livello di rischio che si è in grado di sopportare deve essere considerato prima di fare un qualsiasi investimento. Confrontarsi con rischi troppo elevati, infatti, può portare a risultati negativi.

Succede ad esempio quando, dopo un crollo del mercato, l’investitore preso dal panico vende a raffica senza ragionare, finendo per incassare perdite ancora maggiori. 

Profilo di rischio: cos’è e da cosa dipende

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