Panoramica
Il 3 novembre, gli americani voteranno non solo per decidere chi tra Donald Trump e Joe Biden sarà il loro prossimo Presidente, ma anche per scegliere l'intera Camera dei Rappresentanti e 35 dei 100 seggi al Senato. E come se le complicazioni non fossero state abbastanza per gli investitori, c'è ora una svolta inquietante in questa campagna, già molto combattuta e aspramente contestata. L’esito positivo del test al COVID-19 per Trump, 32 giorni prima delle elezioni, getta la politica statunitense in un territorio inesplorato. La gamma dei possibili risultati, per dirla con parole gentili, si è ampliata.
Prima che lo stato di salute di Trump fosse reso pubblico, il sito di previsioni Predictit stimava al 48% la possibilità di una vittoria netta dei Democratici (Camera, Senato e Casa Bianca) e una possibilità del 17% di vittoria totale dei Repubblicani.1 Entrambi i dati parevano sovrastimati all’epoca – la prospettiva che Biden o Trump avrebbero dovuto affrontare un Congresso diviso era sottovalutata. Adesso invece la situazione è molto più complicata. Non è chiaro se la diagnosi di Trump influenzerà gli elettori.
Tuttavia, anche se gli investitori si trovano davanti a numerose complicazioni, i temi centrali rimangono gli stessi. Due scenari in particolare meritano considerazione e analisi: una vittoria netta per i Democratici o per i Repubblicani. Una vittoria totale per uno dei due partiti (ossia di entrambe le Camere del Congresso e della Casa Bianca) consentirebbe di apportare cambiamenti significativi alla politica e avrebbe importanti conseguenze per i mercati.
Una differenza fondamentale tra i partiti è l’approccio alle tasse, e quindi agli stimoli fiscali. Per i Repubblicani, i tagli delle tasse sono uno strumento fiscale sul fronte dell'offerta utilizzato per stimolare l'economia. La principale eredità economica del primo mandato di Trump è stata una riduzione dell’aliquota fiscale nominale dal 35% al 21% e una riforma fiscale ad ampio raggio. I mercati azionari sono stati sproporzionatamente favoriti da queste misure, con aliquote fiscali inferiori che, secondo i nostri calcoli, hanno rappresentato 5,2 punti percentuali dei rendimenti totali del 13,4% dell’S&P 500 da gennaio 2018.
I Democratici, dal canto loro, vedono un aumento delle tasse come uno strumento per finanziare provvedimenti sul fronte della domanda per ottenere lo stesso risultato e ridistribuire la ricchezza dagli strati di popolazione ad alto reddito a quelli a basso reddito.
(Cliccare qui per un riepilogo dettagliato delle possibili prospettive politiche per ogni scenario).