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Innovazione

Soft Skills e formazione continua: come la Digital Transformation cambia il mondo del lavoro

Dicembre 2018

Il 65% degli studenti farà un mestiere che oggi non esiste ma ci si può preparare alle future sfide del lavoro: competenze come intelligenza emotiva flessibilità cognitiva e pensiero critico saranno tra le più cercate.

Chi, 10 o 15 anni, fa avrebbe pensato che i neolaureati di oggi avrebbero puntato a lavorare a Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram? Quasi nessuno, ma è normale. Secondo Cathy Davidson, direttrice della Futures Initiative alla City University of New York e codirettrice della MacArthur Foundation Digital Media and Learning Competitions, il 65% dei ragazzi che oggi sono a scuola faranno un lavoro che non è ancora stato inventato. E in molti le danno ragione. 

Chi ha paura dei Robot?

Diversi analisti e studiosi sono convinti che, tra pochi decenni, milioni di posti di lavoro verranno “rubati” da robot o software perché più potenti, precisi, versatili e instancabili degli esseri umani. Forse questo discorso varrà per i valori a basso valore aggiunto che già oggi sono automatizzati, ma credere che saranno gli automi a svolgere mestieri come il medico, il programmatore, l’ingegnere, l’avvocato, il cuoco e moltissimi altri sembra decisamente azzardato. Cambierà sicuramente il modo di lavorare in questi settori, sarà necessario sfruttare le ultime tecnologie disponibili, utilizzare le proprie conoscenze e acquisirne sempre di nuove. E forse alcune tipologie di lavoratori diventeranno obsolete, come è sempre stato negli ultimi mille anni e più, ma al tempo stesso molte nuove professioni nasceranno e si evolveranno.

Potenziare le soft skills per la competizione del futuro

Nel rapporto “Digital Italy 2018: Costruire una Nazione Digitale” del The Innovation Group è scritto molto chiaro: il mondo del lavoro si è trasformato profondamente in questi ultimi anni, è innegabile. Sono cresciute le applicazioni del lavoro flessibile, il digitale ha ridotto la diversificazione tra forme di lavoro manuale e intellettuale, i team multidisciplinari sono quelli che ottengono più successo nella competizione tra le aziende più innovative (come ha confermato uno studio di Google dello scorso anno). Ora conta più il saper essere rispetto al saper fare, sono più ricercate le soft skills rispetto alle hard skills. E un motivo c’è. 

Come cambia la ricerca di lavoratori

Il rapporto “The Future of Jobs” del World Economic Forum sostiene che nei prossimi due anni oltre un terzo delle competenze considerate fondamentali dalle risorse umane non saranno più tra le più ricercate. Nel 2020 la top 10 sarà composta da risoluzione dei problemi complessi, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, capacità di coordinarsi con i colleghi, intelligenza emotiva, capacità di prendere decisioni, orientamento al servizio, negoziazione e flessibilità cognitiva. Tutte competenze trasversali, che possono essere comuni a moltissimi mestieri. E che faranno la differenza nella competizione lavorativa del futuro. Ecco perché i recruiter delle aziende più innovative stanno iniziando a sperimentare nuove modalità di valutazione, a partire dalla richiesta ai candidati di registrare un video al posto del colloquio vero e proprio. Ma vengono sottoposti anche a test della personalità, esperienze con realtà virtuale e realtà aumentata, assessment di gruppo. Tutte modalità che permettono ai selezionatori di valutare prima le soft skills della hard skills. Perché il futuro è lì.