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L’agenda digitale per lo sviluppo del Paese era già molto importante prima dell’emergenza COVID-19. Ma ora che abbiamo testato direttamente e su larga scala le problematiche legate alla bassa digitalizzazione, si tratta di una sfida che non possiamo più permetterci di ignorare. Tra i molti ambiti che necessitano di una spinta decisa e condivisa, in termini di tecnologia e infrastrutture, c’è sicuramente la scuola – intesa in tutta la sua complessità, dai processi amministrativi alle esperienze di apprendimento.
I finanziamenti del decreto “Cura Italia” di marzo sono serviti per acquistare oltre 432 mila dispositivi e supporti didattici e per stabilire oltre 100 mila connessioni al web, con l’obiettivo di garantire la continuità della didattica.
Prima della ripartenza della scuola di settembre sono stati erogati direttamente ai vari istituti 331 milioni di euro per mettere tutti i ragazzi nella condizione di seguire la didattica a distanza. Inoltre, all’interno del “Decreto ristori” del 27 ottobre, sono stati assegnati altri 85 milioni di euro ai singoli istituti per acquistare strumenti digitali e per le connessioni internet da mettere a disposizione, in comodato d’uso, degli studenti meno benestanti.
Il ministero dell’Istruzione ha spiegato che nella Legge di Bilancio sono stati stanziati 3,7 miliardi di euro per la scuola. Ben 2 miliardi e 200 milioni di euro verranno fagocitati dalla spesa corrente, mentre un miliardo e mezzo servirà per gli investimenti. Di questi, i fondi destinati alla digitalizzazione della scuola si riducono a 40 milioni: serviranno per fare entrare nelle scuole gli animatori digitali e per accelerare i processi di digitalizzazione negli istituti scolastici attraverso la formazione di docenti che avranno il compito di realizzare il Piano nazionale scuola digitale.
Gli altri fondi serviranno per assumere, nell’arco di un piano pluriennale, 25 mila docenti di sostegno e per formare i docenti sulle tematiche dell’inclusione degli alunni con disabilità. Ben 1,5 miliardi serviranno poi per l’edilizia scolastica.
Ma sarebbe troppo facile dare tutta la colpa al mondo scolastico di questa arretratezza digitale. Dal rapporto DESI 2020 (Digital Economy and Society Index) della Commissione europea emerge che l’Italia è 17esima per connettività a internet, ultima per competenze digitali dei propri cittadini e al 26esimo posto per utilizzo di internet.
Non stupisce quindi che l’indagine TALIS (Teachers And Learning International Survey), somministrata ogni cinque anni dall’OCSE, evidenzi come nel 2018 solo il 35,6% dei docenti italiani si sentisse adeguatamente preparato a utilizzare tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sul posto di lavoro. Insomma, c’è ancora molto da lavorare.
Il presente documento di marketing è pubblicato da Pictet Asset Management. Esso non è destinato a e non deve essere utilizzato da persone fisiche o giuridiche aventi cittadinanza, residenza o domicilio in una località, Stato, paese o giurisdizione in cui la sua distribuzione, pubblicazione, messa a disposizione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari in vigore. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere fondata unicamente sulla versione più recente della documentazione giuridica e contabile del fondo (prospetto, KIID – documento informazioni chiave per gli investitori, regolamento, bilancio annuale e relazione semestrale, se pubblicata successivamente al bilancio annuale). Tali documenti sono disponibili sul sito assetmanagement.pictet.
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