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Cosa può fare l'Intelligenza Artificiale nella sanità

Giugno 2019

Dall'assistenza alla ricerca dalle visite da remoto a diagnosi più rapide. La combinazione di dati e AI aprirà nuovi mondi e renderà più efficienti quelli che già esistono.

La sanità è uno dei settori in cui l'intelligenza artificiale esprimerà le sue potenzialità. Può creare nuove applicazioni e rendere più efficienti quelle che già esistono. In entrambi i casi, il traguardo sarebbe lo stesso: migliorare le cure, con un impatto economico notevole, sia per le casse pubbliche sia per le tasche dei pazienti. Secondo un rapporto di Accenture, nel 2021 il mercato delle applicazioni cliniche dell'AI varrà 6,6 miliardi nel 2021. E soprattutto genererà, solo negli Stati Uniti, 150 miliardi di risparmi entro il 2026.

Una sanità più efficiente

I medici compilano cartelle cliniche, raccolgono dati, conversano con il paziente. Non è tempo sprecato, perché da queste fasi dipendono anche le cure. Si sta però studiando la possibilità di far svolgere queste mansioni all'intelligenza artificiale: la raccolta di informazioni sarebbe più rapida (ma non meno accurata) e i medici avrebbero più tempo per il più umano degli incarichi, cioè trattare i pazienti. Tra i progetti che puntano a questo obiettivo c'è il “Medical Digital Assist” di Google e dell'università di Stanford. Non è semplice: per dialogare con i pazienti serve competenza medica ma anche una perfetta capacità di comprensione del linguaggio umano. È solo uno degli esempi di come l'AI possa rendere la sanità più efficiente e, di conseguenza, economicamente sostenibile.

Assistenza e visite a distanza

Il wearable, il mercato dei dispositivi indossabili, sta esplodendo. E si sta sempre più specializzando nella sanità. L'esempio più chiaro è l'Apple Watch, che nella sua ultima versione monta un elettrocardiografo. Nei prossimi anni, orologi, cinture, bracciali e auricolari intelligenti consentiranno di raccogliere dati e cogliere avvisaglie di rischi per la nostra salute. Senza la capacità di analisi e di apprendimento dell'intelligenza artificiale, però, sarebbero solo dati grezzi. Più trattamenti da remoto significa meno congestione negli ospedali e nei centri medici. E minori costi da sostenere, sia per i pazienti che per il servizio sanitario nazionale. Con una popolazione sempre più anziana, il risparmio passa anche dall'assistenza: robot intelligenti che supportano i meno giovani. Fantascienza? In Giappone è già una sperimentazione sul campo. 

Una diagnosi più rapida ed efficace

L'intelligenza artificiale può affiancare i medici nella diagnosi. È infatti in grado di elaborare una quantità di dati molto elevata e confrontarla con un proprio “archivio”. Questo salto in avanti passa per la digitalizzazione delle informazioni e una loro gestione più “aperta”. Perché più sono i dati a disposizione, più “nutrimento” si dà all'AI e più la diagnosi è efficace. Dati “aperti” significa che la storia sanitaria del paziente è sempre disponibile, non relegata nei cassetti del medico di famiglia o di un solo ospedale. Un cambiamento che richiede un'accelerazione nel campo della cybersicurezza, altro settore nel quale l'intelligenza artificiale sarà decisiva per cogliere le anomalie e segnalarle il prima possibile. 

Ricerca e formazione

L'intelligenza artificiale si ciba di milioni di dati. Diventa un “ricercatore” in grado di raccogliere informazioni su migliaia di studi scientifici. I dati, trasformati in simulazioni, possono contribuire alla nascita di nuovi farmaci. Oppure diventare un supporto sia per i medici esperti sia per quelli che hanno bisogno di fare pratica, senza mettere a rischio i pazienti. Negli anni, i robot intelligenti potrebbero entrare in sala operatoria, per non solo da “braccio meccanico” del chirurgo (come già avvine adesso) ma da vero e proprio assistente.