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Come cambieranno le nostre abitudini di mobilità dopo l’emergenza da COVID-19? La paura del contagio potrebbe tenere lontane le persone dai mezzi pubblici e dal car sharing, con il rischio di assistere ad un uso massiccio dei veicoli privati per gli spostamenti. Ecco perché, dal governo ai comuni, si sta puntando a mezzi alternativi e sostenibili per una nuova mobilità.
Uno studio del laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico di Milano, “Gli impatti della pandemia sulle reti di trasporto in Italia – Scenari esplorativi Fase 2”, ha simulato i possibili scenari dell’evoluzione degli spostamenti nei prossimi mesi.
In un primo momento della fase due, si prevede una riduzione della domanda di trasporto del 64% rispetto al periodo pre-crisi, con il trasporto privato che – seppur ancora ridimensionato – prevale rispetto a quello pubblico. Dal momento in cui si aprirà la possibilità di spostamento tra le Regioni, il modello sviluppato dal Politecnico dice che non ci sarà una grande crescita dei movimenti, ma il trasporto pubblico sarà ancora poco utilizzato. Infine, nella terza fase che parte da luglio, comincia a crescere significativamente l’uso dell’auto privata. Si prevedono inoltre scenari di congestione dei centri urbani quando a settembre potrebbero riaprire le scuole e lo smart working via via sarà ridotto.
Il governo con il Decreto Rilancio ha intrapreso diverse iniziative per favorire lo spostamento della domanda di mobilità verso mezzi individuali e sostenibili. Accanto al bonus per l’acquisto di biciclette, monopattini, segway e servizi in sharing per chi abita nelle grandi città, si aggiunge anche una norma che introduce le corsie ciclabili. Inoltre, si è introdotta la figura del mobility manager nelle aziende dai cento dipendenti in su, chiedendo quindi anche ai datori di lavoro di incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto nei tragitti casa-lavoro.
Anche le amministrazioni comunali cercano di rispondere a questa svolta, per evitare di ritrovarsi le strade cittadine congestionate dal traffico.
A Roma, la sindaca Virginia Raggi ha annunciato 150 km di nuove piste ciclabili. Inoltre, è previsto anche l’arrivo di una nuova flotta di monopattini elettrici che, dopo l’ultima legge di stabilità, sono equiparati alla bicicletta e quindi possono viaggiare sulle normali corsie stradali.
Nella Milano della fase due, invece, è partita già la tracciatura di 35 km di nuove piste ciclabili che arriveranno in città in estate ed entro la fine del 2020. Ed è anche previsto l’arrivo di 3.500 nuovi monopattini elettrici, che si aggiungono ai 2.250 già presenti come alternativa per gli spostamenti nella fase post lockdown.
Anche Firenze ha annunciato circa 22 chilometri di piste ciclabili in più entro fine anno, che si aggiungono ai 90 già esistenti, e nuovi bandi per i mezzi condivisi.
Lo stesso sta accadendo in molte città europee, comprese Ginevra, Londra e Bruxelles. I Paesi europei membri delle Nazioni Unite hanno a questo proposito creato una task force per discutere i modi per rendere la mobilità post COVID-19 più sostenibile. “Una nuova normalità deve essere sviluppata”, fanno sapere dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite.
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