ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Food

Il settore alimentare degli insetti: come si espande e quale relazione con la sostenibilità

Maggio 2022

Grilli e locuste hanno costi di produzione più bassi, consumano meno risorse e garantiscono un abbondante apporto di proteine. Sono il cibo del futuro?

Gli insetti come alimento hanno indubbi vantaggi e una reputazione non proprio gustosa. Ma sono senza dubbio un settore da guardare molto da vicino, per questioni economiche, ambientali e nutrizionali. 

L'impatto ambientale ridotto dell’allevamento di insetti

Ormai la comunità scientifica concorda sul fatto che un consumo eccessivo di carne non sia salutare. E che gli allevamenti intensivi siano fonte di emissioni e consumo di risorse. L'ONU stima, ad esempio, che la produzione di un chilo di carne di vitello consumi 4300 litri d'acqua e comporti l’emissione di 150 kg di anidride carbonica, dieci volte quelli necessari per produrre un chilo di proteine da bachi da seta. E, seppur in assenza di dati certi, è anche presumibile che il consumo di acqua sia molto più basso, visto che molti insetti sono in grado di resistere alla siccità. Trovare alternative alla carne è uno dei punti fermi per un avvenire alimentare sostenibile.

I valori nutrizionali di prodotti a base di insetti

La FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di cibo e agricoltura, ha confermato le potenzialità degli insetti, definendoli “una fonte di cibo sana e altamente nutriente, ricca di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali”. Gli insetti sono complessi e ce ne sono di diversi tipi. Alcuni, come locuste e grilli, hanno percentuali di proteine paragonabili a quelli della carne di vitello o di alcuni pesci. 

 

Anche l'EFSA (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato la commercializzazione di prodotti a base di insetti, a partire dal 2020. E in un articolo pubblicato lo scorso anno ha approfondito il tema. Da una parte ci sono “chiari vantaggi ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e provocano meno emissioni di gas serra”. Dall'altra, è necessario badare alla complessità degli insetti e – di conseguenza – dei loro derivati. In special modo, ricorda l'articolo dell'EFSA, “molte allergie alimentari sono connesse alle proteine, per cui dobbiamo valutare anche se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche”.

Quanto vale il mercato degli insetti

Le esigenze ambientali e quelle alimentari sono destinate a far lievitare il giro d'affari. Secondo un'analisi di Global Market Insight, nel 2019 i prodotti commestibili a base di insetti valevano 112 milioni di dollari. Si stima che possa raggiungere un fatturato di 1,5 miliardi di dollari nel 2026, con un ritmo di crescita vertiginoso: +47% medio annuo.

 

Ci sono degli ostacoli da superare: l'indagine segnala infatti una tecnologia produttiva ancora limitata, la mancanza di una regolamentazione chiara e una carenza di conoscenza, spesso legata a quella che l'EFSA definisce “fattore disgusto”. Dall'altra parte, però, anche Global Market Insight riconosce i grandi vantaggi. L'impatto ambientale è ridotto e i costi di materia prima e trasporto sono molto più bassi.

Nuove ricette e integratori

L'evoluzione dei prossimi anni potrebbe poi avere alcune differenze geografiche. Se nella regione Asia-Pacifico gli insetti possono rispondere alle esigenze nutrizionali della popolazione e proporsi come alternative alimentari vere e proprie, in Europa è più probabile che vegano utilizzati per applicazioni specifiche e integratori proteici.

 

L'evoluzione dei prossimi anni potrebbe poi avere alcune differenze geografiche. Se nella regione Asia-Pacifico gli insetti possono rispondere alle esigenze nutrizionali della popolazione e proporsi come alternative alimentari vere e proprie, in Europa è più probabile che vegano utilizzati per applicazioni specifiche e integratori proteici.