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Analisi dei Mercati Finanziari

Pictet Fiver: i cinque fatti economici di Novembre 2019

Novembre 2019

I cinque principali fatti di economia e finanza del mese raccontati in breve.

Tempi di passaggi di consegne in Europa, con l'avvicendamento alla guida della Bce e della Commissione Ue. L'Ocse continua a certificare un rallentamento dell'economia mondiale, mentre negli Stati Uniti il quadro economico s'intreccia con quello politico.

1. Inizia l'era Lagarde

Il primo novembre è ufficialmente iniziato il mandato di Christine Lagarde alla guida della Bce. Raccoglie la pesante eredità di Mario Draghi, che in otto anni ha ridisegnato il perimetro della presidenza. L'ultimo atto del banchiere italiano si è protratto fino al 21 novembre, data della pubblicazione delle minute relative al meeting di ottobre. Emergono i dubbi di alcuni membri del comitato sugli effetti collaterali delle politiche monetarie straordinarie. È la conferma di come Draghi, anche nella sua ultima riunione, abbia dovuto sostenere le manovre espansive in virtù di un'inflazione ancora lontana dal 2%.

2. Inizia la Commissione a guida tedesca

Il 27 novembre Ursula von der Leyen ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo alla sua Commissione. Si metterà ufficialmente alla guida il primo dicembre. Ampio il consenso di Strasburgo, sottoscritto da Popolari, Socialisti e Verdi: 461 sì, 157 no, 89 astenuti. C'è di conseguenza anche il sigillo sulla nomina di Paolo Gentiloni come commissario agli Affari economici. Ursula von der Leyen prende il timone di Jean-Claude Juncker, che nel 2015 si era dovuto accontentare di 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti.

3. Ocse: crescita globale debole

L'Economic Outlook dell’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni per la crescita del Pil globale nel 2019 e nel 2020, oggi proiettate entrambe al 2,9% all’anno. Se fossero confermate, si tratterebbe del progresso più basso dai tempi della crisi finanziaria del 2007-2009. L'Ocse ha anche rivisto al rialzo le previsioni per l'Italia: nel 2019 il Pil avanzerà dello 0,2%. Un minuscolo passa avanti che si confronta con la crescita zero precedentemente stimata. Il ritocco è dovuto alla “riduzione dei carichi fiscali e degli oneri sociali, assieme ai maggiori investimenti pubblici e agli incentivi fiscali per le imprese” previsti dalla manovra, che però farà lievitare il rapporto debito/Pil al 136,1%. Nel 2020, la crescita sarà dello 0,4% (lo stesso tasso della Germania) e nel 2021 dello 0,5%.

4. Usa tra impeachment e Fed

Negli Stati Uniti si è aperta la procedura di impeachment nei confronti del presidente Donald Trump sulla questione ucraina. Un nodo politico che rimane sullo sfondo dei dati macro: l'inflazione in risalita (sebbene ancora sotto la soglia del 2%) e l'accelerazione dei prezzi al consumo di ottobre dovrebbe convincere la Fed a sospendere il taglio dei tassi di riferimento. Se il fronte dei consumi è caldo, quello della produzione si raffredda. Le tensioni commerciali continuano a pesare sulla produzione industriale, calata dello 0,8% (peggio delle attese).

5. Londra verso il voto

Dopo mesi di tira e molla, il 6 novembre il Parlamento britannico si è sciolto in vista della campagna elettorale. Urne aperte il 12 dicembre, dalle quali i Tory sperano di uscire con una maggioranza abbastanza solida da accelerare un accordo sulla Brexit. Nel frattempo, la Bank of England ha deciso di non apportare modifiche alla politica monetaria. Ma due membri del comitato hanno già votato a favore di un taglio nella riunione di novembre. Un segnale di una possibile sforbiciata nei prossimi mesi.