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Economia e finanza

Pictet Fiver: i cinque fatti economici di Marzo 2021

Marzo 2021

I cinque principali fatti di economia e finanza del mese raccontati in breve.

Marzo è il mese dell’accelerazione nella somministrazione dei vaccini, anche se c’è ancora molta disparità nei numeri dei diversi Paesi, e dell’ufficialità del pacchetto di aiuti da 1.900 miliardi di dollari per l’economia USA varato dal governo Biden. Completano il quadro le attenzioni sulle mosse delle Banche Centrali, il rallentamento del petrolio e le buone notizie sul fronte del lavoro in Italia (anche se siamo ancora lontani dai livelli pre-pandemia).

1. La campagna vaccinale e gli effetti sui mercati

Alcuni Paesi come USA, Regno Unito e Israele stanno vaccinando i cittadini a testa bassa, mentre altri sono un po’ più indietro. Ma ai mercati ciò che importa è che la campagna vaccinale sia partita, alimentando così le aspettative di ripartenza dei consumi e, di conseguenza, delle varie economie. Non va sottovalutato in questo ragionamento il risparmio che famiglie e imprese hanno messo da parte durante questo anno di pandemia: negli USA, per esempio, il tasso di risparmio accumulato in questo periodo tocca il 21% del reddito disponibile. Una quantità enorme di liquidità che, si spera, verrà immessa nell’economia reale appena i governi decreteranno la riapertura e la ripartenza delle attività.

2. Negli USA è ufficiale il pacchetto da 1.900 miliardi di dollari per ripartire

Proprio gli Stati Uniti, guidati dal Presidente Joe Biden, sono stati i più pronti a varare un maxi-piano di sostegno per l’economia: 1.900 miliardi di dollari per ripartire, ma anche per appianare le diseguaglianze sociali che la crisi pandemica ha accentuato. Di questi 1.900 miliardi, circa 800 miliardi sono destinati alle famiglie americane in difficoltà. Nei prossimi mesi ci si attende anche un altro pacchetto di stimoli che avrà come focus gli investimenti infrastrutturali.

3. Le aspettative verso le Banche Centrali e la scelta della Bank of Japan

Per il momento le principali Banche Centrali hanno deciso di mantenere invariate le proprie scelte in termini di politica monetaria, ma monitoreranno con ancora maggiore attenzione l’evoluzione delle proprie economie, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione. Fa eccezione la Bank of Japan, che per ora non ha toccato il tasso di interesse al -0,10%, ma ha annunciato di avere ampliato la banda di oscillazione entro cui i tassi di interesse dei titoli di Stato a 10 anni potranno muoversi. Inoltre, ha rimosso il proprio obiettivo annuale di acquisto ETF del valore di 6 trilioni di yen, specificando che comprerà ETF solo se e quando sarà necessario.

4. La caduta del petrolio

Il 18 marzo il petrolio ha perso circa il 10% in una sola settimana: l’11 marzo i prezzi superavano i 70 dollari al barile, mentre il 18 marzo il WTI è sceso a 58,99 dollari e il Brent a 62,55 dollari. Un crollo abbastanza difficile da prevedere per gli analisti, che comunque erano scettici sulla stabilità dei prezzi intorno ai 70 dollari. Questo perché la pandemia ha frenato la domanda e i prezzi sono stati mantenuti alti artificialmente dall’OPEC, che ha varato un rallentamento delle estrazioni. L’Arabia Saudita, per esempio, ha confermato anche per aprile la riduzione della propria attività estrattiva di un milione di barili al giorno, ma è un trend che non potrà durare a lungo. Per ora però la domanda rimane bassa: se gli USA stanno lentamente tornando alla normalità, l’Eurozona continua ad essere in difficoltà.

5. In Italia in crescita i posti di lavoro rispetto a marzo 2020

Sono in aumento i contratti di lavoro previsti dalle imprese italiane per marzo: secondo il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, si tocca quota 292mila, circa 29mila contratti di lavoro in più rispetto a marzo 2020. Anche se, rispetto al marzo del 2019, siamo ancora a -88mila. Quindi ci sono segnali di ripresa, ma ci vorrà ancora tempo per tornare ai livelli pre-pandemia. Rispetto a due anni fa, la contrazione principale nella domanda di lavoro riguarda il terziario e il turismo, rispettivamente a -79mila e -50mila entrate programmate. Per contro, le costruzioni e l’ICT registrano dati superiori anche al marzo del 2019.