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Economia e finanza

Pictet Fiver: i cinque fatti economici di Gennaio 2020

Gennaio 2020

Il nuovo anno si è aperto in modo burrascoso, all’insegna del timore di una Terza Guerra Mondiale e di un netto cambiamento di passo della Banca Centrale Cinese.

Non si può dire che il primo mese del 2020 sia trascorso in modo indolore per i mercati. Dalla paura per le frizioni tra USA e Iran alle novità della Cina, sono molti i fattori che hanno influenzato le borse. Vediamo i 5 eventi fondamentali del primo mese del 2020.

1. L'esplosione della crisi tra America e Iran

L’incertezza della comunità internazionale sulle conseguenze a livello geopolitico dell’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani non poteva non impattare sui mercati. Dopo i primi atti di ritorsione dell’Iran verso le basi USA, gli investitori si sono lanciati in una corsa ai beni rifugio come l’oro, i treasury a 10 anni e i bund. Galoppa in particolare l’oro, il cui valore si è impennato a più di 1.570 dollari l’oncia. Le rassicurazioni di Trump, che ha affermato di essere pronto alla pace pur confermando la linea dura verso Teheran, hanno però portato in breve a una normalizzazione generale dei prezzi. Intanto negli USA gli indici del mercato del lavoro dimostrano che servirebbe maggiore inflazione, anche se i mercati non disdegnano questa situazione.

2. Il taglio delle riserve obbligatorie della Banca Centrale Cinese

Un secondo avvenimento importante ha riguardato il taglio delle riserve obbligatorie della Banca Centrale Cinese, che si è tradotto nello sblocco di 800 miliardi di yuan (circa 115 miliardi di dollari) per sostenere l’economia reale. Dall’inizio del 2018 è l’ottava volta in cui Pechino riduce la quantità di liquidità che le banche devono avere come riserve e la Banca Centrale ha invitato le banche commerciali a sfruttare questa liquidità per aiutare lo sviluppo delle PMI cinesi.

3. La scia delle Banche Centrali dei Paesi in via di sviluppo

È probabile che diverse Banche Centrali dei Paesi in via di sviluppo seguano l’esempio di Pechino e riducano le riserve obbligatorie. Infatti questi Paesi, a differenza degli Stati sviluppati, hanno ancora margini per ridurre, e in questo modo migliorare, le condizioni monetarie. Scelte strategiche che potranno dare molte opzioni agli investitori.

4. L'impennata del prezzo del palladio e la crisi in Medio Oriente

Nelle ultime settimane il valore del palladio, un metallo prezioso utilizzato soprattutto dalle case automobilistiche, ha superato i 2.000 dollari l’oncia. Perché? Certo, è un materiale difficile da trovare in grandi quantità, ma le ragioni dell’impennata vanno ricercate anche altrove, e in particolare nella corsa ai beni rifugio stimolata dalle tensioni internazionali e, ancora una volta, dal rischio di un’escalation di violenza tra USA e Iran.

5. L'impatto del coronavirus cinese sull'economia

È ancora presto per predire con certezza quale sarà l’impatto del coronavirus sui mercati. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la Cina potrebbe perdere 1,2 punti di PIL se le spese per trasporti e divertimenti calassero del 10%. I settori più a rischio sono turismo e consumi: non a caso le autorità hanno deciso di chiudere le borse cinesi fino al 2 febbraio. L’economia di Wuhan, città focolaio, subirà di certo gravi conseguenze. In compenso, le società biotecnologiche che si occupano di ricercare un vaccino hanno tutte registrato forti rialzi in borsa.