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Analisi dei Mercati Finanziari

Pictet Fiver: i cinque fatti economici di Febbraio 2020

Febbraio 2020

I cinque principali fatti di economia e finanza del mese raccontati in breve.

Tra la diffusione del Coronavirus, le mosse in chiave protezionistica dell’amministrazione Trump e gli effetti post Brexit, l’economia mondiale è messa a dura prova in questi primi mesi dell’anno. Ecco quali sono i cinque eventi principali del mese di febbraio.

1. Contagio economico

Il virus Covid-19, meglio noto come Coronavirus, dalla Cina è arrivato negli Stati Uniti e in Europa, e in particolare in Italia, che risulta essere uno dei Paesi più colpiti al mondo per numero di contagi.
Un fenomeno che ha conseguenze sulla sanità pubblica, ma anche l’economia. Dopo la chiusura del 24 gennaio, le borse cinesi hanno riaperto il 3 febbraio. Ma gli effetti si fanno sentire: nei primi 16 giorni di febbraio, ad esempio, solo le immatricolazioni di auto in Cina sono calate del 92%. E con il blocco dei voli diretti tra Italia e Cina, a risentirne sono stati subito gli scambi commerciali di import-export. Dopo l’esplosione del focolaio italiano, poi, l’economia nazionale ha subito un duro contraccolpo, soprattutto sul turismo, con una raffica di disdette.
Secondo le previsioni di Confcommercio, se l’emergenza dovesse continuare fino a maggio-giugno il pericolo è la perdita dello 0,3-0,4% del Pil, pari a 5-7 miliardi. Dalle agenzie internazionali come Moody’s, arrivano previsioni di una possibile recessione dell’Italia. E anche la Banca d’Italia ha affermato che l’effetto del Coronavirus costerà al Paese una contrazione del Pil di 0,2 punti. E ora dal governo si pensa di chiedere all’Europa maggiore flessibilità sul bilancio.

2. Orizzonte americano

Il 4 febbraio Donald Trump ha tenuto il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione. Nel suo discorso, il presidente Usa ha toccato vari temi: dalla lotta al terrorismo all’immigrazione, dai programmi spaziali alla Nato. E ha assicurato: “Il meglio deve ancora venire”. Chiedendo al Congresso di finanziare il programma Artemis, così da assicurare che sia la bandiera americana la prima a essere piantata su Marte.
L’espansione dell’economia americana, intanto, procede ma a passo moderato, chiudendo il quarto trimestre del 2019 in crescita del 2,1%. L’export, reduce da traumi causati dalle tensioni commerciali, negli ultimi tre mesi è tornato a salire, forse aiutato da segni di tregua tra gli Stati Uniti e la Cina. Pechino, come da previsioni, ha inoltre tagliato e ridotto le tariffe doganali su molti prodotti di importazione Usa per rispettare l’impegno ad acquistare 184 miliardi di euro in prodotti e servizi americani. Soprattutto in questo momento difficile dovuto alla epidemia da Coronavirus, il gigante asiatico ha la necessità di approvvigionarsi all’estero per fronteggiare la crisi.

3. Orizzonte americano

I leader europei non hanno trovato ancora un accordo sul budget dell’Unione europea. Le negoziazioni saranno ancora lunghe. L’accordo dovrà poi arrivare in Parlamento e solo dopo il via libera dell’aula avremo il prossimo quadro finanziario pluriennale. Il 13 febbraio, poi, la Commissione europea di Bruxelles ha annunciato le sue previsioni economiche d’inverno incentrate principalmente sul Prodotto interno lordo, che recepiscono gli effetti della perdurante bassa crescita nel 2020 (+1,2% nella zona euro, +1,4% nell’Ue a 27).
Francia e Germania, considerati le locomotive dell’economia europea, sono collocati in fondo alla classifica della ripresa davanti solo all’Italia, che viene prevista ferma all’ultimo posto. II commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha condiviso le preoccupazioni per la bassa crescita generale e, soprattutto, nei tre principali Stati dell’Ue. Ha indicato dunque la necessità di “politiche di bilancio più espansive” come possibile soluzione comune per i 27 Stati membri.

4. Effetto Brexit

Il Regno Unito dal 31 gennaio è uscito ufficialmente dall’Unione europea, anche se i legami economici resteranno ancora immutati fino al 31 dicembre del 2020. La Banca d’Inghilterra ha rivisto al ribasso le sue previsioni sul Pil britannico. Secondo la BoE la crescita del Paese si fermerà allo 0,8% nel 2020, 4 decimali in meno rispetto alla precedente previsione di novembre (+1,2%). Ma le istituzioni internazionali sono più ottimiste. Il Fondo monetario internazionale ha previsto una crescita dell’1,4% per il Regno Unito nel 2020, un decimale al di sopra della crescita prevista per l’Eurozona.
Intanto, si annunciano in salita i negoziati tra Ue e Gran Bretagna sulle future relazioni commerciali. Il 25 febbraio il mandato alla negoziazione è stato affidato al capo negoziatore europeo Michel Barnier. L’Ue ha ribadito la sua disponibilità a stabilire un accordo di libero scambio, a condizione che Londra sia disposta ad allinearsi a standard e regole europee. Ma questo è un punto sul quale il premier britannico Boris Johnson ha già più volte espresso il suo disaccordo.

G20 finanziario di Riad

L’appuntamento economico di Riad è stato condizionato dalla diffusione del Coronavirus. Il Fondo monetario internazionale ha limato la crescita globale per il 2020 al 3,2%, appena 0,1 punti in meno, togliendo alla Cina 4 decimali e portandola al 5,6%. Se fosse necessario, il Fmi sarebbe anche pronto ad attingere al suo Fondo catastrofi per aiutare i paesi più deboli e vulnerabili.
L’altro tema emerso al G20 è stata poi la guerra all’evasione fiscale internazionale, con il tentativo di spingere l’acceleratore sulla web tax, incontrando però – ancora una volta – la resistenza degli Stati Uniti. In una lettera dei ministri dell’Economia di Italia, Germania, Francia e Spagna, pubblicata su alcuni dei principali quotidiani europei, sono stati fissati gli obiettivi da raggiungere entro la fine dell’anno: la digital tax internazionale e la minimum tax, e un livello minimo di tassazione dei redditi di impresa da adottare globalmente contro il dumping fiscale. In ballo, hanno scritto Roberto Gualtieri, Olaf Scholz, Bruno Le Maire e Nadia Calvino, ci sono “miliardi di euro di entrate fiscali” da recuperare per costruire “scuole, ospedali e infrastrutture”.