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Economia e finanza

Pictet Fiver Aprile 2019

Aprile 2019

I cinque principali aggiornamenti dai mercati del mese di aprile 2019.

Crescita globale

Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il World Economic Outlook. Per la terza volta in sei mesi è stata rivista al ribasso la previsione per la crescita globale nel 2019: è al 3,3%, il livello più basso dal 2009. Sulle stime impattano il probabile rallentamento di Stati Uniti ed Eurozona e i rischi legati al protrarsi della tensioni commerciali tra Washington e Pechino, con sullo sfondo una Brexit che, pur lasciando intravedere un ammorbidimento, non offre ancora certezze.

Brexit

Dopo settimane travagliate, il piano per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue è arrivato a un nuovo prolungamento. La scadenza è stata spostata al 31 ottobre, ma con la possibilità di un accordo anche nei mesi precedenti. Le incognite e gli inconvenienti sono ancora tanti: il più prossimo è la necessità, se la Brexit (come quasi certo) non si consumasse entro il 22 maggio, di portare i cittadini britannici al voto nelle elezioni europee. La Premier britannica Theresa May sta lavorando per trovare un compromesso con il partito Laburista ed ottenere in questo modo una base in Parlamento in grado di sostenere il suo accordo con Bruxelles. Dettagli, scadenze e percorso sono quindi da definire. Ma sembra essere più lontano lo scenario più preoccupante, quello di un'uscita “disordinata”, figlia del “no deal”. 

Banche centrali accomodanti

Sia la Bce che la Fed hanno trasmesso lo stesso messaggio: non è il momento di stringere i cordoni. Il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha segnalato un ulteriore rallentamento dell’economia dell’eurozona, indicando i programmi di TLTRO come la prima arma di difesa a disposizione. Attendista la Fed: dall'economia arrivano buoni segnali dal mercato del lavoro e discrete indizioni dagli indicatori di fiducia. Tuttavia, non emergono rischi di imminente ripresa dell’inflazione. Ecco perché la banca centrale statunitense non sembra intenzionata a proseguire con il percorso di rialzo dei tassi.

La frenata italiana

Istituzioni internazionali e italiane concordano: le stime sulla crescita del 2019 sono da rivedere. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto un progresso del Pil dello 0,1%. Non è solo un rallentamento rispetto al 2018 (+0,9%) ma anche una contrazione dello 0,5% rispetto alle stime di gennaio e dello 0,9% rispetto a quelle dello scorso ottobre. In sostanza, decimale più decimale meno, le cifre del Fondo Monetario ricalcano quelle del Def: il documento del governo ha portato dall'1% allo 0,2% la crescita per il 2019. E fotografa un incremento del deficit al 2,4%. Il 26 aprile, S&P ha confermato il suo rating sull'Italia (BBB), ma anche l'outlook negativo, a causa dei “rischi per la posizione di bilancio” che “stanno aumentando”, anche perché “il governo italiano sta invertendo il processo di consolidamento di bilancio”. Solida è invece la produzione industriale.

Le elezioni spagnole

Le elezioni spagnole non hanno mosso particolarmente i mercati, ma venivano osservate come un possibile “antipasto” di quelle europee. Il partito socialista ha conquistato il 28,7% dei consensi (contro il 22,6% del 2016) e 123 seggi in Parlamento. Crollano i Popolari (al 16,7% dimezzati rispetto al 2016). Il centro-destra di Ciudadanos fa qualche passo avanti (15,8%) e supera la sinistra di Podemos (che indietreggia dal 21,2 al 13,1%). Entra in parlamento l'estrema destra di Vox, che supera il 10%. Resta l'incognita della formazione dell'esecutivo, perché i socialisti non hanno i numeri per governare da soli. I risultati, però, sembrano confermare buona parte delle previsioni, che dovrebbero tranquillizzare i mercati in vista delle europee: nonostante la crescita dell'estrema destra, le forze euroscettiche non sfondano.