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Ancora una volta, energia, inflazione e Banche Centrali sono le protagoniste del mese economico-finanziario. Alle previste mosse di BCE e FED si sono aggiunte quelle della Bank of Japan. Mentre l'UE ha raggiunto un accordo politico sul tetto al prezzo del gas, in Italia si lavora alla Legge di Bilancio, tra emendamenti e raccomandazioni europee.
Continua (e continuerà) il ritocco dei tassi da parte delle Banche Centrali. La direzione è ormai chiara: si va, anche nei prossimi mesi, verso un rialzo a ritmi costanti.
La BCE ha aumentato i tassi di 50 punti base. La mossa era ampiamente prevista, restava solo da scoprire la sua entità; si tratta di una stretta più blanda rispetto a quelle di settembre e di ottobre, quando l'aumento era stato di 75 punti. La decisione, come ha spiegato dalla Presidente Christine Lagarde, non è stata unanime: alcuni membri del Consiglio avrebbero preferito un provvedimento più blando, altri uno ancora più deciso. Si è scelta una soluzione media, che permetterà, stando alle parole di Lagarde, di aumentare i tassi “a un ritmo costante”. Non c'è, dunque, alcun rallentamento in vista: l'inflazione preme e la Banca Centrale Europea risponde.
Anche la Federal Reserve ha proseguito lungo la stessa strada, alzando il tasso-obiettivo di mezzo punto. La Banca Centrale statunitense, proprio come quella europea, ha detto con chiarezza che la stretta proseguirà, a un ritmo “appropriato”.
Se le mosse di BCE e FED erano previste, a spiazzare i mercati ci ha pensato la Bank of Japan. I tassi sono rimasti invariati, ma la banca centrale giapponese ha annunciato un allargamento del range di oscillazione dei tassi dei titoli di Stato a dieci anni. Da quello attuale (tra il -0,25% e lo 0,25%) si passa a una fascia ben più ampia: tra il -0,5% e lo 0,5%. Di fatto, si tratta di una misura di politica monetaria restrittiva, visto che permetterà ai tassi di lungo termine di salire a 50 punti base. Pur non essendo un intervento diretto, è comunque significativo tenendo presenti le peculiarità del Giappone: la BOJ si muove contro l'inflazione in un Paese che, di solito, è attanagliato dal problema opposto, ossia la deflazione. Allo stesso tempo, però, la banca centrale nipponica, con una mossa che va in direzione opposta a FED e BCE, ha annunciato anche un aumento degli acquisti di titoli di Stato tra gennaio e marzo 2023.
Dopo una lunga trattativa, i ministri europei dell'Energia hanno raggiunto un accordo politico sul price cap al prezzo del gas, ritenuto ormai da mesi una soluzione utile per limitare le decisioni unidirezionali della Russia.
L'obiettivo era di ottenere un consenso quanto più ampio possibile. È arrivato il sì grazie a una maggioranza qualificata, con l'approvazione da parte della Germania (in un primo momento critica), la contrarietà dell'Ungheria e l'astensione di Austria e Paesi Bassi.
Si tratta di un price cap “dinamico”, che si attiva quando, per tre giorni lavorativi consecutivi, il prezzo all'ingrosso del gas al TTF (la Borsa di Amsterdam) supera i 180 euro per MWh ed è superiore di 35 euro al prezzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL) sui mercati globali. Una volta attivato, il price cap neutralizza gli scambi di futures e resta in vigore per almeno venti giorni. Come detto nelle scorse settimane dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il provvedimento dovrebbe servire per "evitare un'eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi sul mercato dei derivati energetici”.
Prosegue l'iter della Legge di Bilancio. Dopo l'approvazione del Consiglio dei Ministri, è approdata alle Camere. Nel frattempo, ha ricevuto un sostanziale via libera dall'UE, che ne ha confermato l'impianto pur evidenziando alcuni nodi critici che costringeranno il Parlamento italiano a modificare alcune norme.
La Manovra, come affermato dal Vice Presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, è “conforme alle raccomandazioni dell'UE per il 2023”. Ci sono però dei punti che sono stati bocciati. L'innalzamento del tetto per le transazioni in contanti e per l'obbligo del POS sarebbe stato contrario alle raccomandazioni, già espresse in passato dall'UE, che invitano l'Italia a scoraggiare l'evasione fiscale . Rispetto alla versione uscita dal Consiglio dei Ministri, ci sono cambiamenti in vista anche per le pensioni. La riforma contenuta nella manovra non sarebbe coerente con la raccomandazione di ridurre la quota della spesa pubblica destinata alle pensioni.
Il Qatar, di solito relegato ad articoli saltuari nella sezione esteri dei giornali, a dicembre è stato invece al centro dell'attenzione. La Coppa del Mondo di calcio, conquistata dall'Argentina, ha portato l'emirato sulla ribalta globale. E, come sempre, la manifestazione sportiva è andata oltre il calcio, muovendo risorse e investimenti.
Proprio mentre si giocavano i Mondiali, il Qatar è diventato centrale anche a Bruxelles. Un'inchiesta belga ha coinvolto alcuni parlamentari europei, tra i quali una dei vicepresidenti del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, accusati di aver ricevuto tangenti per influenzare l'assemblea su misure che riguardavano il Qatar. Mentre le indagini sono ancora in corso, il Parlamento ha revocato l'accesso ai lobbisti dell'emirato. La risposta di Doha, che respinge l'ipotesi di un proprio coinvolgimento, è stata immediata: la decisione, si legge in una nota, potrebbe avere un “impatto negativo” sulle relazione con l'UE, soprattutto in materia di “sicurezza regionale e globale, nonché sulle discussioni in corso sulla crisi energetica globale”.
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