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Mercati

Smart working, south working e mercato degli affitti: cosa sta cambiando nelle città italiane

Settembre 2020

Il 2020 per la prima volta registra un’impennata nell’offerta di case e stanze, con picchi che arrivano al +290%. Soprattutto nei principali poli lavorativi e universitari.

Tra smart working, south working e la didattica a distanza delle università italiane, chi ha lasciato le grandi città italiane dopo la fine del lockdown ancora non ha fatto rientro. Con la paura di nuovi contagi e l’attesa per il vaccino anti-Covid, al momento regna l’incertezza. E le conseguenze si fanno sentire sull’intera “economia delle città”, a partire dal mercato degli affitti.

 

Dopo anni in cui trovare una stanza nelle principali città italiane era diventata per molti studenti e lavoratori un'impresa ardua, il 2020 per la prima volta registra un’impennata nell’offerta, con picchi che arrivano al +290%. La cifra l’ha fornita l’ufficio studi della piattaforma di annunci online Immobiliare.it, che ha fatto il punto sul comparto delle locazioni e posti letto nelle principali città universitarie italiane. A Milano, ogni anno a settembre studenti e lavoratori si contendevano in media 3.000-3.500 case e stanze vuote in affitto. Quest’anno si contano circa 12mila annunci a disposizione.

 

L’offerta complessiva a livello nazionale segna un +300%, con un eccesso rispetto alla domanda a livello del 149%. Come prevedibile, in testa per case e posti letto sfitti ci sono i principali poli lavorativi e universitari italiani. Milano è la città record per quanto riguarda la disponibilità di stanze: +290% su base annuale, seguita da Bologna (+270%). Offerta quasi triplicata a Padova (+180%) e Firenze (+175%) e raddoppiata a Torino (108%), Roma (+130%) e Napoli (+100%).

 

Secondo il monitoraggio annuale di Solo Affitti, che riunisce 350 agenzie immobiliari in tutta Italia, già durante il lockdown il 79,5% dei punti vendita affiliati ha ricevuto richieste di risoluzione del contratto di locazione da parte di studenti universitari fuori sede. Con il 75% delle agenzie che ha riscontrato finora un “forte” calo di richieste.

 

Intanto, i prezzi degli affitti, che ogni anno facevano registrare un +5-6%, per il momento restano fermi o addirittura tendono verso il basso. L’Agenzia delle Entrate, a inizio luglio, in un comunicato sulla crescente richiesta di rinegoziazione dei canoni di affitto, parlava già di una «diminuzione» dei prezzi. E il trend è proseguito, soprattutto in alcune città. Secondo i dati di Immobiliare.it, a Bologna e Palermo una stanza singola costa già il 9% in meno rispetto al 2019. Mentre a Siena si tocca un -12%.

 

Uno shock del mercato immobiliare che non si era mai visto prima. E che si registra anche dall’altra parte dell’Oceano. A New York, ad agosto il numero degli appartamenti vuoti è salito a 15mila, il triplo dello stesso periodo dello scorso anno.