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Il triumvirato del Nord America si è ricomposto. Usa e Messico erano già d'accordo ad agosto, il Canada ha dato l'ok ufficiale agli Stati Uniti il 30 settembre. Ci sono voluti mesi di negoziati per trovare l'intesa sull'accordo di libero scambio con Justin Trudeau, anche se a inizio settembre, secondo alcune agenzie di stampa internazionali, il ministro degli Affari Esteri del Canada Chrystia Freeland aveva rivelato decisi progressi con gli Usa, auspicando “buona volontà e flessibilità da entrambe le parti” per chiudere l'accordo.
Non è ancora stato ratificato ufficialmente e non ha ancora un nome, ma dopo 24 anni di NAFTA è arrivato il momento di voltare pagina. L'economia Usa e quella Canadese, come dimostrano i dati principali, sono legate a doppia mandata. Basti pensare che per 36 States su 50 le terre oltreconfine a nord sono il principale mercato di esportazione. Il primo passo è stato rivedere l'accordo sull'industria automobilistica: il 75% delle parti delle auto vendute in tutto il Nord America dovrà essere prodotto negli States, in Canada o in Messico, contro il 62,5% del precedente accordo. Il Canada, passando al settore caseario, ha dato l'ok a importare più prodotti americani aumentando le quote di importazione. Inoltre, i tre Paesi del Nord America hanno stretto un'importante disposizione sull'e-commerce e sui diritti di proprietà intellettuale, che non esistevano per ovvi motivi nel NAFTA del 1994.
Le auto giocano un ruolo chiave in questo accordo, visto che pesano parecchio sui 69 miliardi di dollari di deficit commerciale tra Usa e Messico: qui vale la stessa regola del 75% delle componenti di produzione stretta con il Canada. Inoltre, almeno il 40% dovrà essere assemblato da lavoratori che guadagnano almeno 16 dollari l'ora, una clausola specifica inserita per il Messico, dato che Usa e Canada pagano già salari superiori. C'è poi l'ok sui brevetti degli Stati Uniti e il diritto di copyright di 10 anni per le aziende che producono farmaci all'avanguardia. Infine il capitolo alimentare: il Messico non limiterà l'importazione di alcuni formaggi americani e riconoscerà Bourboun e Whiskey come prodotti tipici Usa, mentre Washington farà lo stesso per Tequila e Mezcal.
Il giorno dopo le indiscrezioni sull'intesa preliminare tra Messico e Usa Wall Street ha accelerato, estendendo l'effetto domino positivo anche alle borse orientali ed europee. Gli indici statunitensi hanno chiuso il migliore agosto degli ultimi 5 anni grazie al nuovo NAFTA, ma l'ottimismo diffuso ha fatto chiudere in positivo anche Sydney, Singapore e Tokio. Il settore che ha registrato le migliori performance è stato quello automobilistico, nel quale è cresciuta anche FCA. Ovviamente, anche per l'intesa con il Canda il Dow Jones ha brillato: è tornato sopra quota 26.700 e il 3 ottobre ha sfondato i 26.800 punti trainato dall'entusiasmo per questo nuovo asse economico.
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