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Economia e finanza

Dopo l’entusiasmo per il vaccino, sui mercati resta un cauto ottimismo

Novembre 2020

La notizia dell’efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech ha fatto brindare le Borse, con una rivincita della old economy. Ma i numeri dei contagi in salita fanno tornare gli investitori con i piedi per terra.

Dopo un lungo periodo di incertezza, i mercati sono tornati a scommettere sulla ripresa post COVID-19 nel 2021. Due le notizie determinanti che hanno fatto brindare le Borse di tutto il mondo: la definitiva affermazione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti e l’annuncio da parte di Pfizer e BioNTech della efficacia al 90% del vaccino anti-COVID in via di sperimentazione, che potrebbe essere dunque pronto entro fine anno.

 

La notizia del vaccino ha fatto esplodere i mercati globali con le azioni ai massimi storici. Con il titolo della casa farmaceutica in impennata, l’effetto si è esteso a macchia d’olio su tutte le piazze finanziarie europee. Compresa Milano. I titoli di molti dei settori più colpiti dalla pandemia, dalle compagnie aeree all’energia, sono aumentati vertiginosamente. I prezzi del greggio sono decollati. Mentre le azioni della cosiddetta stay-at-home economy, l’economia da lockdown, sono precipitate. E lo stesso è accaduto all’oro, che negli ultimi mesi era stato bene rifugio per eccellenza.

 

Un entusiasmo che però si è andato affievolendo col passare dei giorni, davanti alla crescita dei contagi e alle nuove restrizioni imposte in Europa, accompagnate dalla incertezza intorno al piano Next Generation Eu e alla difficile transizione che si prospetta negli USA.

Si scommette sul vaccino

In Europa, nonostante molti dei Paesi siano alle prese con la seconda ondata, nella scorsa settimana tutti gli indici sono rimbalzati. I futures statunitensi hanno raggiunto livelli simili. E con i prezzi delle azioni Pfizer e BioNTech, sono aumentati anche quelli della rivale Moderna, il cui vaccino in via di sperimentazione utilizza una tecnologia simile. Come contraltare, le azioni di AstraZeneca, che sta sviluppando un vaccino differente, hanno fatto passi indietro.

Rivincita della old economy

L’ipotesi di un vaccino, e quindi della possibilità di tornare a viaggiare e spostarsi, ha fatto scommettere sulla old economy. È la cosiddetta “rotazione settoriale”, che indica il cambiamento delle preferenze degli investitori dai settori che hanno corso di più durante la pandemia, come appunto i tecnologici del Nasdaq o i farmaceutici, verso quelli più ciclici, dalle auto all’industria aerea. Che potrebbero quindi beneficiare della fine del distanziamento sociale.

 

I prezzi delle azioni delle compagnie aeree, in crisi da mesi, sono aumentati a doppia cifra. E di fronte alla prospettiva di una ripresa dei trasporti, sono cresciuti anche i prezzi del Brent e del WTI. A seguire, a cascata, si è vista una ripresa delle azioni automobilistiche e anche degli operatori e dei costruttori delle navi da crociera. La speranza del vaccino ha fatto volare anche i titoli delle catene delle sale cinematografiche e degli alberghi.

 

In compenso, molti investitori hanno abbandonato le azioni del tech e del digitale, esplose durante il lockdown, per aumentare l’esposizione ad attività legate alla ripresa economica. Zoom, la società per le videochiamate cresciuta a doppia cifra durante la pandemia, ha visto il titolo in picchiata. In zona rossa anche Amazon, Just Eat e Netflix. Lo stesso è accaduto ai titoli tecnologici e quelli della farmaceutica quotati in Italia.

Cauto ottimismo

Dopo l’entusiasmo per il vaccino, tuttavia, gli investitori sono tornati con i piedi per terra. I contagi continuano ad aumentare in tutta Europa e servirà comunque del tempo prima che si possa procedere a delle vaccinazioni di massa. Resta l’ottimismo, dunque, con gli indici tornati ai livelli pre-lockdown, ma con maggiore cautela. L’oro è tornato a salire lievemente, mentre il petrolio è tornato a scendere.

 

Un atteggiamento dovuto anche alla difficile transizione da Donald Trump a Joe Biden che si prospetta alla Casa Bianca, oltre all’incertezza sulle decisioni che riguardano gli stimoli economici da attivare negli Stati Uniti. Stesso scenario in Europa, dove lo scontro con alcuni Stati membri fa prospettare ancora ritardi sulla attivazione del programma di ripresa Next Generation Eu.