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Investimenti

Digitale, sanitario, alimentare: i settori che crescono nella “nuova normalità”

Maggio 2020

Abitudini e regole hanno cambiato i consumi. Ma tra tanti comparti in crisi, ce ne sono alcuni che durante l'emergenza COVID-19 sono cresciuti. E continueranno a farlo.

Il Coronavirus e le misure di contenimento hanno messo in crisi l'economia. Mai si era registrato un calo del PIL così repentino e consistente. Ci sono però alcuni settori che sono cresciuti e altri che potrebbero essere spinti dalla “nuova normalità”: anche se le restrizioni verranno via via ridotte, per molto tempo si dovrà fare i conti con il distanziamento sociale e con abitudini di vita e di consumo differenti.

La spinta del settore digitale

I servizi digitali hanno ricevuto una spinta enorme dalla clausura: la necessità di lavorare a distanza, di fare lezione da remoto e le molte ore passate in casa hanno alimentato alcuni comparti. Per le piattaforme di streaming, sarà necessario verificare se il ritmo di crescita sarà confermato anche in mesi più caldi e con maggiori libertà di uscire all'aperto. Molti servizi di teleconferenza e, in generale, per comunicare a distanza hanno moltiplicato la propria platea e continueranno a essere molto utilizzati.

 

Il mercato delle app e dei videogiochi è stato molto ricco a marzo e dovrebbe confermarsi tale anche ad aprile. Con i ristoranti chiusi, è cresciuto il mondo delle consegne a domicilio via app. L'e-commerce si è imposto, conquistando utenti che in passato hanno preferito i negozi fisici.

 

In sintesi: il digitale ha cambiato le abitudini di milioni di persone. E la sua crescita potrebbe andare oltre il “restate a casa”. Oltre alle norme restrittive, anche i timori del contagio proseguiranno: il distanziamento sociale sarà quindi non solo un obbligo ma anche un desiderio degli utenti, che potrebbero orientarsi sempre di più verso percorsi d'acquisto e di fruizione da remoto.

Sanità e sanificazione

Come dimostrano i casi di conversione aziendale, l'emergenza ha richiesto un enorme sforzo produttivo in ambito sanitario: mascherine, igienizzanti, dispositivi di sicurezza. Anche con norme meno rigide, è certo che rimarranno a lungo alcuni obblighi, imposti non solo ai cittadini ma anche alle attività commerciali che via via riapriranno.

 

I prodotti legati all'emergenza sanitaria continueranno quindi a essere molto richiesti. Così come le biotecnologie dovrebbero ricevere una spinta dalla forte domanda di protezione dal virus. Infine, se con la “fase 2” ci si potrà muovere di più, diventano ancora più rigide le regole che riguardano la sanificazione di negozi e luoghi pubblici. Le imprese che se ne occupano ne avranno un grande beneficio. 

Il settore alimentare

I consumi sono a picco. Ma il settore alimentare, in questi mesi, è cresciuto. È una tendenza dovuta a diversi fattori. Il panico, almeno all'inizio, ha avuto un ruolo spingendo la “corsa all'acquisto”. Quando emergono tempi di crisi, poi, si tende a spendere in beni di prima necessità, come appunto il cibo. Terzo fattore, non trascurabile: rimanere a casa vuol dire cucinare di più. Un po' perché ristoranti e bar sono chiusi e un po' perché molti lavoratori sono fermi o in smart working. Quindi niente mensa o pausa pranzo con i colleghi.

 

Nella “nuova normalità” dei prossimi mesi, è molto probabile che alcune di queste abitudini si stabilizzino e che quindi il settore alimentare resti forte. Molte aziende continueranno a lavorare da remoto. I locali riapriranno, ma il distanziamento sociale ne diminuirà la capienza. La crisi economica potrebbe indurre molte famiglie a tagliare le spese ritenute non necessarie.