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Economia e finanza

Decreto Rilancio e tax credit: come stanno influendo sull'economia?

Settembre 2020

Il credito d'imposta è stato uno degli strumenti utilizzati per tentare di alleviare l'impatto del Coronavirus su famiglie e imprese. Ecco in quali settori.

Il Decreto Rilancio è stato il pacchetto di interventi con il quale, a maggio, il governo è intervenuto per contrastare l'emergenza COVID-19. È stato uno dei provvedimenti più corposi, modificato e aggiornato in estate con la conversione in legge. Come si intuisce già dal nome, il Decreto Rilancio contiene soprattutto (ma non solo) misure economiche. E ha fatto ricorso spesso a uno strumento: il tax credit. In altre parole: un credito d'imposta maturato in seguito a una spesa, in modo da avere uno “sconto” sulla dichiarazione dei redditi dei prossimi anni. Obiettivo: incentivare i consumatori a spendere e supportare i settori assetati di liquidità.

Bonus vacanze

Uno degli esempi di tax credit del Decreto Rilancio è stato il cosiddetto bonus vacanze: un voucher da utilizzare nelle strutture ricettive in Italia. Le famiglie hanno uno sconto netto (fino a 500 euro), mentre gli hotel – come spiega l'Agenzia delle Entrate – riceveranno “un rimborsato sotto forma di credito d'imposta”, utilizzabile come compensazione nel modello F24 o cedibile agli istituti di credito.

 

Le richieste di bonus vacanze al 26 agosto sono state 1.340.913, corrispondenti a un valore attorno ai 600 milioni (utilizzati, al momento, solo in parte). Si tratta di una cifra inferiore alle attese, che stimavano un controvalore di 2,4 miliardi. A condizionare il risultato potrebbe essere stata anche la resistenza delle strutture: quelle che accettano il voucher sono una minoranza. La spinta alla spesa, comunque, c'è stata. E c'è ancora tempo per usufruire del bonus, valevole fino al 31 dicembre. Vista la stagionalità del turismo in molte regioni italiane, però, difficile immaginare a un risultato finale in linea con le aspettative.

Superbonus per l'edilizia

Anche il settore edilizio è stato penalizzato dal lockdown. Nel tentativo di spingere le ristrutturazioni, il Decreto Rilancio ha varato il “superbonus” al 110%. Un provvedimento consistente, che permette di ricevere un credito d'imposta superiore alla spesa effettuata dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Gli interventi devono migliorare la classe energetica dell'unità immobiliare o la sua tenuta sismica. Il decreto ha poi previsto un incentivo nell'incentivo: il tax credit può essere trasformato in sconto in fattura o trasferito a un istituto di credito. Una soluzione per rendere il credito immediatamente “liquido”. Il superbonus, che nella fase di conversione è stato allargato anche alle seconde case, ha destato grande attenzione. Ma per misurare il suo impatto servirà ancora aspettare alcuni mesi.

Affitti

Uno dei primi interventi proposti con il tax credit è stato rivolta agli affitti delle attività commerciali, con un credito d'imposta pari al 60% del canone di locazione mensile. Il provvedimento, che in un primo momento ha riguardato solo poche attività, è stato ampliato a industria, commercio, artigianato agricoltura e turismo. E anche alle partite Iva, purché abbiano ricavi inferiori ai 5 milioni di euro. Il vincolo del volume d'affari non vale però per le strutture alberghiere: un incentivo per il settore turistico, uno dei più colpiti dagli effetti dell'epidemia. È stata una boccata d'ossigeno, anche se i commercianti hanno invocato soluzioni di più immediata attuabilità, come le risorse a fondo perduto.