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Economia e finanza

Dazi Usa-Cina, accordi più vicini: gli ultimi sviluppi

Dicembre 2019

Il sostegno di Trump ai manifestanti di Hong Kong non sembra aver bloccato la trattativa. Nonostante l'apparente pessimismo della Casa Bianca, si va verso l'intesa.

Attacchi in pubblico e accordo in privato. Sarebbe questo lo scenario dell'attuale trattativa sui dazi tra Stati Uniti e Cina. A poche ore dalle parole con cui Trump allontanava l'intesa, un'indiscrezione di Bloomberg pubblicata il 4 dicembre ha suggerito che, in realtà, la stretta di mano sarebbe vicina.

Le dichiarazioni di Trump

Nel bel mezzo della trattativa, il presidente degli Stati Uniti sembrava aver rimandato un accordo sui dazi a data da destinarsi. Per un'eventuale intesa potrebbe essere necessario “attendere l'esito delle elezioni presidenziali del novembre 2020”. Ancora un anno, in attesa di una sua rielezione o di una bocciatura, prima di allentare le tensioni con Pechino. Un desiderio ma non un aut aut: “Non ho posto una scadenza”, ha precisato Trump. Le sue dichiarazioni hanno spiazzato i mercati. Anche perché il 26 novembre lo stesso presidente aveva espresso soddisfazione per negoziati che stavano “andando molto bene”.

La guerra commerciale verso un accordo

Passano poche ore e dagli Usa rimbalza una notizia (non smentita) di segno opposto rispetto alle parole di Trump. Secondo fonti vicine alla trattativa le parole del presidente Usa non corrisponderebbero ad un effettivo stallo. Anzi: l'accordo (o almeno una parte dei esso) sarebbe imminente e potrebbe chiudersi prima che scattino i nuovi dazi americani del 15 dicembre. Si starebbe discutendo su quali merci coinvolgere e quali tariffe ritoccare. Un particolare che farebbe pensare ad una discussione che s'incardina sui dettagli, importanti ma successivi ad una volontà comune di ammorbidire le rispettive posizioni.

La firma della "fase due"

Le questioni interne cinesi, che riguardano Hong Kong, sarebbero quindi sì un fattore di tensione, ma non tale da bloccare il dialogo. Il 28 novembre, infatti, Trump ha firmato una legge a sostegno dei manifestanti. Una mossa che aveva visto la dura reazione cinese, con Pechino orientato ad adottare “dure contromisure”. Sembrava la premessa di un irrigidimento dei due Paesi, invertendo la tendenza rispetto alla “fase uno” degli accordi, chiusa ad ottobre, che aveva indetto una tregua congelando parte degli aumenti tariffari. Nonostante le parole, però, neppure la firma sulla “fase due” sarebbe lontana.