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Spunti, suggerimenti, una mappa dei possibili provvedimenti futuri. Anche se gli Stati Generali non hanno partorito (come da loro ruolo) alcun provvedimento specifico, alcune indicazioni sono comunque uscite dai nove giorni di discussione tenuti a villa Pamphilj. Tra le altre cose, il governo ha presentato (per la prima volta a un pubblico esterno all'esecutivo) un sunto del “piano Colao”, che ha concentrato in nove punti le risposte di cui il Paese avrebbe bisogno per risollevarsi dopo il COVID-19.
Al termine del summit, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato dell'esigenza di un'Italia “più inclusiva”. Una delle leve per raggiungere questo obiettivo dovrebbe essere il fisco. È tornato d'attualità il tema del cuneo fiscale, da ridurre se si desidera che i lavoratori incassino di più senza che le maggiorazioni pesino sulle imprese. C'è poi sul tavolo anche la riduzione dell'Iva, che potrebbe essere adottata per incentivare i consumi, ancora latitanti nonostante le riaperture.
La lista di provvedimenti per imprese e lavoro è stata tanto lunga quanto ancora poco definita. Se gli interventi di “primo soccorso” per imprese e lavoratori sono arrivati già nei decreti Cura Italia, Rilancio e Liquidità, il piano del governo fa cenno a una serie di obiettivi di maggior respiro: sostegno all'export, attrazione degli investimenti, potenziamento delle politiche attive, tutela dei redditi, sfruttamento dello smart working, valorizzazione del patrimonio artistico e sostegno a filiere produttive come turismo, agroalimentare.
Collegamenti più agevoli, espansione dell'alta velocità e – più in generale – di una rete ferroviaria più efficiente. E poi ancora manutenzione dei ponti e rafforzamento dei porti. Tra i pilastri della ripartenza, come sottolinea anche la direzione presa dal secreto Semplificazioni, ci sono le infrastrutture. Non si tratta però solo di viabilità. Sono infrastrutture anche quelle che permettono di migliorare la rete idrica e quella che dovrebbero accelerare la connettività. La banda ultralarga è ancora un miraggio per la maggior parte delle aree del Paese.
Gli Stati Generali hanno rilanciato la necessità di rivedere lo scheletro dell'offerta formativa italiana, a partire dalla scuola per arrivare a una riforma dei dottorati di ricerca. Si punta a “contrastare la povertà educativa” e la dispersione scolastica. Obiettivo è investire su università, ricerca e – una volta approdati nel mondo del lavoro – sulla formazione continua, nel tentativo di ridimensionare uno dei problemi che rallenta il Paese: la scarsa produttività.
Superare il digital divide e accogliere le opportunità del 5G sono tra gli obiettivi individuati dal piano Colao. In parallelo, la Pubblica Amministrazione deve compiere un percorso di profonda trasformazione, offrendo (in maniera obbligatoria e non più opzionale) tutti i propri servizi anche attraverso i canali digitali. La digitalizzazione diventa un asse trasversale, che dovrebbe accelerare settori come agricoltura e industria.
La sostenibilità è una delle leve da utilizzare non solo per crescere ma anche per convincere l'Europa della bontà dei progetti italiani di rinascita. Rientrano in quest'area la decarbonizzazione, la promozione di impianti per le energie rinnovabili, la mobilità alternativa, l'attuazione delle direttive europee sull'economia circolare, la riduzione degli sprechi alimentari. Ma anche il contenimento del rischio idrogeologico e la manutenzione del territorio forestale e montano.
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