ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!
Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!
Sembrava fatta. E invece non si sa ancora quando ci sarà la Brexit. Anche il primo ministro Boris Johnson, dopo il suo predecessore Theresa May, è stato costretto a ricorrere ad una proroga e puntare su nuove elezioni nella speranza di sbloccare lo stallo. Ecco le tappe che hanno portato fino ad oggi e quali sono i prossimi passi.
Sono passati ormai più di tre anni dal referendum con il quale i britannici hanno votato l'uscita dall'Ue. È il 23 giugno 2016 quando il “leave” ottiene il 51,89%. L'allora ministro David Cameron si dimette e iniziano i passaggi necessari per avviare una negoziazione con Bruxelles. Il 13 luglio David Davis è nominato Segretario di Stato per l'uscita dall'Unione europea e Boris Johnson – uno dei grandi sostenitori della Brexit - diventa Segretario di Stato per gli affari esteri nel governo di Theresa May. I negoziati iniziano ufficialmente nel giugno 2017.
La premier britannica propone l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea il 29 marzo 2019. May si accorda con Bruxelles per avere scambi commerciali stretti (anche se da definire) e su un periodo di transizione che – di fatto – lascia i rapporti invariati fino al 31 dicembre 2020. Per Johnson è una linea troppo morbida. Si dimette dalla carica di Segretario di Stato per gli affari esteri. Nonostante la bozza di accordo ottenga il via libera dall'Ue, May deve quindi affrontare l'opposizione interna al proprio partito. Il 15 gennaio 2019, la Camera dei comuni boccia l'accordo. Nel giro di poche settimane, l'intesa con Bruxelles sarà bocciata altre due volte, portando May alle dimissioni, il 24 maggio. Il 24 luglio Johnson diventa premier.
La Brexit (anche in assenza di accordo) è fissata al 31 ottobre. Per evitare ostacoli, il primo ministro propone e ottiene la sospensione del Parlamento. Il Regno Unito e la Commissione europea raggiungono un'intesa su un accordo, il 17 ottobre. La nuova intesa prevede trattati di libero scambio (da definire), che allontanano Londra dall'unione doganale europea (prevista, in sostanza dal governo May) e modifica i rapporti con l'Irlanda del Nord. Sembra la soluzione, ma ancora una volta è il Parlamento britannico a mettersi di traverso. Un emendamento impedisce di fatto l'approvazione dell'accordo entro il limite del 31 ottobre. Il premier è costretto a rimangiarsi la sua promessa: non porterà Londra fuori dall'Ue entro la data prevista.
Il nuovo limite, accordato da Bruxelles, è adesso fissato al 31 gennaio 2020. Nulla vieta di raggiungere un accordo nei mesi precedenti. È infatti prevista una proroga flessibile che permetterebbe la Brexit il primo dicembre, il primo gennaio o il primo febbraio a seconda che l'accordo si raggiunga a novembre, a dicembre o a gennaio. Al momento è però difficile pensare a un forte anticipo, perché il quadro resta nebuloso. Boris Johnson ha ottenuto, dopo alcune bocciature, il via libera per il voto anticipato, il 12 dicembre. Obiettivo: ottenere una maggioranza più forte per uscire dall'impasse. Se prevalessero i conservatori, sarebbe molto più semplice far approvare una Brexit in tempi rapidi, con un accordo in linea con quello di metà ottobre. Se prevalessero i labour (dati però indietro nei sondaggi), è molto probabile che l'intesa con Bruxelles venga quantomeno riformulata, in chiave più soft. In caso di maggioranza incerta, i tempi per la formazione del nuovo governo potrebbero allungarsi e gli equilibri in Parlamento restare precari. Con la Brexit di gennaio sempre più vicina e l'Ue che non sembra intenzionata a concedere nuove proroghe.
Il presente documento di marketing è pubblicato da Pictet Asset Management. Esso non è destinato a e non deve essere utilizzato da persone fisiche o giuridiche aventi cittadinanza, residenza o domicilio in una località, Stato, paese o giurisdizione in cui la sua distribuzione, pubblicazione, messa a disposizione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari in vigore. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere fondata unicamente sulla versione più recente della documentazione giuridica e contabile del fondo (prospetto, KIID – documento informazioni chiave per gli investitori, regolamento, bilancio annuale e relazione semestrale, se pubblicata successivamente al bilancio annuale). Tali documenti sono disponibili sul sito assetmanagement.pictet.
Il presente documento ha esclusivamente finalità informative e non costituisce, da parte di Pictet Asset Management, una offerta o una sollecitazione per l’acquisto o la vendita di titoli o strumenti finanziari o una consulenza d’investimento. Esso è stato preparato sulla base di dati, proiezioni, previsioni, anticipazioni e ipotesi di natura soggettiva. Le analisi e conclusioni in esso contenute sono l’espressione di una opinione, basata sui dati disponibili a una data specifica. L’effettivo andamento delle variabili economiche e dei valori dei mercati finanziari può differire in modo significativo dalle indicazioni comunicate in questo documento.
Tutte le informazioni, le opinioni e le stime qui contenute riflettono un giudizio espresso al momento della pubblicazione e sono suscettibili di modifica senza preavviso. Pictet Asset Management non ha preso alcuna misura atta a garantire che i fondi indicati nel presente documento siano adeguati per un particolare tipo di investitore. Il presente documento non esime pertanto l’investitore dall’esercizio del proprio giudizio indipendente. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione personale dell’investitore e può subire modifiche nel tempo. Prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento si raccomanda all’investitore di verificarne l’appropriatezza tenendo conto in particolare della propria conoscenza ed esperienza in materia finanziaria, dei propri obiettivi d’investimento e della propria situazione finanziaria, ricorrendo ove necessario a una consulenza professionale specifica.
Il valore dei titoli o degli strumenti finanziari menzionati nel presente documento, e il reddito che ne deriva, possono tanto aumentare quanto diminuire e vi è la possibilità che l’investitore non ottenga in restituzione l’intero capitale originariamente investito. I fattori di rischio sono descritti nel prospetto del fondo e non vengono richiamati per intero nel presente documento.
Le performance del passato non sono indicative e non costituiscono una garanzia dei rendimenti futuri. I dati relativi alla performance non comprendono le commissioni e gli altri oneri addebitati al momento della sottoscrizione o del rimborso delle quote. Il presente documento di marketing non intende sostituire la documentazione completa del fondo, né le informazioni che l’investitore deve ottenere dall’intermediario finanziario al quale si rivolge al momento di sottoscrivere le quote dei fondi menzionati in questo documento.
Paesi UE: l’entità di riferimento è Pictet Asset Management (Europe) S.A., 15 avenue J.F. Kennedy, L-1855 Lussemburgo.
Svizzera: l’entità di riferimento è Pictet Asset Management SA, 60 route des Acacias, 1211 Ginevra 73.
Per gli investitori australiani, Pictet Asset Management Limited (ARBN 121228 957) è esonerata dall'obbligo di possedere una licenza per i servizi finanziari australiani ai sensi del Corporate Act 2001.
Per gli investitori statunitensi, la vendita di azioni negli Stati Uniti o a “US Persons” avverrà unicamente tramite collocamento privato ad «accredited investors» in base all’esenzione dalla registrazione presso la SEC ai sensi della section 4(2) e della Regulation D Private placement exemptions della legge del 1933 nonché ai clienti qualificati secondo la definizione della legge del 1940. Le azioni dei fondi Pictet non sono state registrate ai sensi della legge del 1933 e pertanto, ad eccezione delle transazioni non in contrasto con la legislazione statunitense in materia di titoli, esse non possono essere offerte o vendute direttamente o indirettamente negli Stati Uniti o a “US Persons”. Le società di gestione di fondi d'investimento del Gruppo Pictet non saranno registrate ai sensi della legge del 1940.