ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Educazione finanziaria

Borsa: acquistare direttamente azioni o ricorrere alla gestione collettiva?

Novembre 2020

La pandemia ha avuto un impatto significativo anche sui mercati azionari. In tempi volatili (ma non solo) si rinnova il dubbio: si possono individuare i titoli su cui investire in autonomia o è meglio affidarsi ai professionisti?

Chi ha scelto di puntare sulla borsa, si trova davanti a due strade. Da una parte c'è la possibilità di acquistare azioni in proprio, investendo in titoli considerati solidi, con obiettivi di lungo termine e l'ambizione di ricevere dividendi regolari. La seconda opzione porta alla gestione collettiva, che mette l'investimento nelle mani di un gestore, incaricato di ottenere rendimenti migliori rispetto a quelli del mercato. Si tratta di un professionista che ha una solida conoscenza dei settori economici in cui investe il cliente ed è in grado di monitorarne i valori in modo costante. Conoscenza e monitoraggio sono decisivi per essere più reattivi, intercettando tempestivamente la crescita di alcune azioni e il declino di altre. L'assistenza di un gestore permette inoltre di avere idee d'investimento più originali, così da identificare piccole imprese che potrebbero diventare grandi casi di successo in futuro.

Quando investire da soli

In realtà, i due approccio non si escludono a vicenda. Anzi, possono essere complementari. Quando un risparmiatore inizia a investire, può acquistare alcune delle sue azioni direttamente, soprattutto per quei titoli che costituiscono il cosiddetto “portafoglio di base”: società forti che hanno la capacità di resistere alle crisi e che investono regolarmente per reinventarsi. Non tutte pagano grandi dividendi, ma raramente deludono. Acquistare progressivamente un piccolo pacchetto di azioni e detenerle per un lungo periodo è un'opzione anche per gli investitori “diretti”. A patto che restino costantemente informati sulle notizie che riguardano le società in portafoglio, in modo da non essere colti di sorpresa da tendenze o sterzate improvvise.

Gestione collettiva per diversificare

Il principale motivo per cui sarebbe raccomandabile la gestione collettiva è in una parola: diversificazione. Con SICAV e fondi comuni di investimento, il risparmiatore sceglie l'area geografica o la categoria di asset in cui vuole investire, lasciando le decisioni operative al team di gestione, che ovviamente va retribuito per il suo lavoro di ricerca, supervisione e mediazione. Quando la redditività è elevata, queste spese (il più delle volte tra l'1,5% e il 3,5% dell'importo affidato) sono molto contenute. Quando i mercati subiscono forti flessioni, sono più difficili da assorbire.

 

Restano tuttavia molte le situazioni in cui è meglio avvalersi dell'esperienza e della conoscenza di un gestore professionista. Le attività negoziabili non sono limitate alle azioni di società europee a grande capitalizzazione. Per avere un portafoglio diversificato, gli investitori dovrebbero scommettere anche su titoli internazionali, mercati emergenti, obbligazionario e monetario. Ma per inoltrarsi in questi campi, differenti per settori e geografia, servono conoscenze specifiche e approfondite. Quando si effettuano operazioni sui mercati esteri, inoltre, i costi per l'acquisto diretto dei titoli sono molto più elevati. Le società di gestione, che trattano grandi volumi in tutto il mondo, pagano invece commissioni più convenienti. L'acquisto diretto può quindi essere redditizio, ma solo per alcune categorie di attività. Poiché resta sempre consigliabile diversificare, sarebbe meglio ricorrere alle società di gestione collettiva.