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Il primo provvedimento anti-COVID è arrivato un anno fa: il 30 gennaio 2020, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la sospensione dei voli da e per la Cina. Da allora si sono succeduti decreti e norme che hanno condizionato le attività d'impresa, ridotto la mobilità dei cittadini e tentato di ammortizzare gli effetti sanitari ed economici della pandemia.
Governo e Parlamento, dichiara il ministero delle Finanze, hanno messo in campo oltre 108 miliardi di euro in termini di indebitamento netto. Il primo provvedimento economico è stato il Decreto Cura Italia, con aiuti a famiglie e imprese per 20 miliardi. Poche settimane dopo è arrivato il Decreto Liquidità, concentrato sui prestiti e su misure per favorire le esigenze di aziende e cittadini. A maggio è stato varato il Decreto Rilancio, che con un valore complessivo di 55 miliardi è stato il più corposo intervento dell'anno: ha prolungato e ampliato le misure individuate dai due precedenti decreti. Il Decreto Agosto ha mosso altri 25 miliardi.
L'impalcatura di sostegno nel corso della seconda ondata si è poi retta sui quattro Decreti Ristori, per complessivi 18 miliardi di euro che hanno incluso contributi a fondo perduto, sospensione e riduzioni di imposte, contributi e versamenti e nuove settimane di cassa integrazione, destinate alle categorie più colpite dalle nuove restrizioni.
Il Governo ha mobilitato circa 9,5 miliardi. Metà della cifra è stata diretta verso due voci di spesa: il rifinanziamento del Fondo emergenze nazionali per 3,73 miliardi; il riordino della rete ospedaliera per fronteggiare l’emergenza, con 1,4 miliardi di euro. Sono stati creati 3.500 nuovi posti letto in terapia intensiva e riqualificati 4.225 nuovi posti letto di area semi intensiva. Le assunzioni in ambito sanitario sono state 20 mila.
Con i vari decreti anti-COVID, il Governo ha stanziato complessivamente circa 35 miliardi per sostenere il lavoro. Il Decreto Cura Italia ha esteso la Cassa Integrazione in deroga per l’intero territorio nazionale, per tutti i dipendenti, di tutti i settori produttivi, con uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro. Sono stati sospesi i licenziamenti e, con il Decreto Agosto, prolungati i termini dei contratti a tempo determinato. Sono poi introdotti indennizzi, tra i quali i 600 euro per 5 milioni di persone (a marzo e aprile) e mille euro per le partite Iva che avessero perso un terzo del fatturato rispetto all'anno precedente.
È stato semplificato l'accesso alla liquidità per famiglie, imprese ed enti locali. Il governo ha predisposto un piano da oltre 750 miliardi. L'intervento primario riguarda le moratorie per i finanziamenti delle Pmi e il programma “Garanzia Italia” gestito da SACE. A Regioni ed enti locali sono stati forniti 12 miliardi. A livello fiscale sono stati varati sospensioni, proroghe e rinvii; cancellazione e riduzione di imposte; incentivi e ristori a fondo perduto; sostegno alla patrimonializzazione e agevolazioni per i settori più colpiti.
Tra bonus e fiscali, le famiglie hanno avuto accesso a una serie di agevolazioni. Il bonus baby sitting ha messo nelle mani dei genitori un voucher fino a 1200 euro. I congedi parentali sono stati ampliati, con una retribuzione garantita del 50%. Il Decreto Agosto ha destinato un miliardo di euro nel biennio per incrementare le risorse - già ampliate con il Decreto Rilancio - del Fondo per le esigenze di edilizia scolastica. Sono stati rafforzati i permessi della ex legge 104 ed è stato varato un reddito d'emergenza per famiglie con componenti con disabilità.
Alla voce “sostegni fiscali”, sono stati differiti i versamenti di ritenuti, tributi e contributi, sospesi i pignoramenti su stipendi e pensioni. Tra i bonus più utilizzati, il credito d'imposta sulle vacanze e il superbonus edilizio al 110%. Estesa per nove mesi l’operatività del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che abbiano subito un calo del fatturato superiore al 33% per cento.
Il Governo ha previsto interventi straordinari a sostegno delle imprese italiane. Il Cura Italia è stato il primo intervento, seguito da Liquidità, Rilancio e Ristori. Sono stati cancellati il versamento del saldo Irap 2019 e la prima rata Irap acconto 2020. Erogate risorse a fondo perduto, proporzionati alle perdite, per imprese e autonomi con un fatturato annuo sotto i 5 milioni.
Imprenditori e professionisti hanno avuto accesso a un credito d'imposta del 60% sulle spese per le sanificazioni, i dispositivi di protezione e per gli affitti. Il piano cashless ha incoraggiato i pagamenti elettronici. Altre agevolazioni hanno sostenuto i settori più colpiti, come l'esenzione dall’imposta municipale propria Imu per il turismo e l'esonero di Tosap e Cosap per la ristorazione.
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