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Green Finance

Finanza sostenibile e obiettivi ambientali globali: cosa serve sapere

Aprile 2021

In base ai calcoli delle Nazioni Unite, l’attuazione dell’Agenda 2030 richiederà dai 5mila ai 7mila miliardi di dollari di investimenti annui.

Agenda ONU 2030, Green Deal europeo, Next Generation Eu per la ripresa post-pandemia. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale globali trovano un grande alleato nella finanza sostenibile, che negli ultimi anni ha registrato alti tassi di crescita.

Finanza sostenibile: di cosa parliamo

Per finanza sostenibile si intende l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. Si pone quindi l’obiettivo – come spiega la Consob – di creare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso attività che non solo generino un plusvalore economico ma che siano anche utili alla società e non a carico del sistema ambientale e sociale. Significa quindi tenere conto di un equo compenso per i lavoratori, del rispetto dei valori etici e sociali e della protezione dell’ambiente.

 

Gli SRI, Sustainable and Responsible Investment, mirano a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo. Si fondano su requisiti: obiettivo di generare rendimento per l’investitore; orientamento al medio-lungo periodo; integrazione dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) nella selezione dei titoli.

Un mercato in crescita

Negli ultimi anni il mercato della finanza sostenibile sta registrando una crescita significativa a livello mondiale e gli investimenti SRI si stanno gradualmente affermando, grazie alle molteplici opportunità offerte a investitori istituzionali e retail. Così come cresce il numero di operatori che integrano nelle strategie di investimento i criteri ESG.

 

Dal 2015 a oggi le attività gestite dai fondi d’investimento ESG sono aumentate a livello globale di oltre il 170 per cento. Dal gennaio all’ottobre del 2020 in Europa questa categoria di fondi ha registrato afflussi netti di risparmio per oltre 150 miliardi di euro, l’ottanta per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2019. E secondo gli operatori la tendenza è destinata a proseguire.

 

Sulla base dei dati della Global Sustainable Investment Alliance, la crescita degli investimenti sostenibili e responsabili è stata del 34% in due anni (contro il 25,2% nel biennio precedente). La maggioranza degli investimenti si concentra in Europa, che rappresenta il 46% del mercato SRI globale. Seguono gli Usa con il 39%.

La finanza sostenibile e gli obiettivi ambientali

Secondo gli obiettivi della Commissione europea, la finanza sostenibile può contribuire ad attuare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici oltre che l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

In base ai calcoli delle Nazioni Unite, l’attuazione dell’Agenda 2030 richiederà dai 5mila ai 7mila miliardi di dollari di investimenti annui. E la Commissione europea valuta che il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Unione europea per il 2030 richiederà fino a 260 miliardi di euro di nuovi investimenti annui nel prossimo decennio.

Il ruolo nella ricostruzione post-COVID

La finanza sostenibile, ha spiegato Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della BCE, in occasione del 50esimo anniversario dell’Aiaf (Associazione italiana per l’analisi finanziaria), “costituisce un’importante innovazione al fine di porre il sistema finanziario al servizio del benessere collettivo”. Un principio, questo, valido soprattutto dopo lo shock provocato dal COVID-19. La pandemia, ha detto Panetta, “ha fatto riemergere, accentuandole, fragilità economiche, sociali e ambientali a livello globale”.

 

L’Accordo di Parigi ha esplicitamente riconosciuto il ruolo centrale del sistema finanziario per lo sviluppo responsabile e sostenibile. Un cambio di passo – ha spiegato Panetta – che “riflette anche la consapevolezza dei temi sociali e ambientali acquisita dalle nuove generazioni, meno inclini rispetto a quelle passate a separare le decisioni di consumo e investimento dalle questioni legate alla sostenibilità”.

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Fonte infografica: Pictet AM Italia